Rincari dei materiali: fino al 30% in più per mettere su casa
Rincari, aumenti, ritardi e caos. Metter su casa non è mai stato così complicato. E dispendioso. «Un cantiere costa indicativamente fra il 20 e il 30 per cento in più rispetto a un anno fa» racconta un costruttore. Categoria, questa, fra le più colpite dall’aumento delle materie prime che sta soffocando il mercato e fa paventare un blocco dell’edilizia.
Basta dare un’occhiata ai listini. Gli aggiornamenti sono quasi quotidiani e non certo al ribasso. Dall’1 novembre i controsoffitti in gesso alleggerito sono aumentati (ancora) del 10%, così come gli isolanti in lana di roccia e lana di vetro; rialzo del 6% per strutture in cartongesso e controsoffitti modulari e un +5% anche per stucchi e colle rasanti. «Negli ultimi sei mesi - confermano Mario e Davide Galeazzi della 3G General Contract - i prezzi sono aumentati esponenzialmente. Senza contare che i tempi d’attesa per alcuni prodotti sono inimmaginabili. Abbiamo ordinato dei serramenti in alluminio a giugno e li abbiamo posati l’altro giorno.
I fornitori comunicano costantemente nuovi aumenti; un giorno è il cemento che subisce un ricarico del 5 per cento e quello dopo il cartongesso, che viene ritoccato del 10 per cento. Nei giorni scorsi il costo dei blocchi di poroton è schizzato a causa dell’aumento dell’energia. E ciò vale anche per la manodopera. Ci siamo trovati a visionare dei preventivi di ferro pesante validi 24 ore. Per non parlare dei ponteggi, che sono quasi un bene di lusso».
Anche sul fronte del legno la situazione non è rosea. I ritardi sono all’ordine del giorno - anzi del mese -, come pure i rincari. «Prima di ordinare la merce per i nostri clienti contattiamo i fornitori, per capire cosa c’è disponibile. La scelta è però sempre più ristretta ed è comunque inevitabile incappare in ritardi» spiega Elena Maestri della Falegnameria Fratelli Maestri di Castenedolo.Per i clienti alle prese con mobili e finestre le opzioni sono limitate. I prezzi di pino lamellare e abete lamellare sono raddoppiati, mentre il larice, ormai, è quasi introvabile. La scelta cade inevitabilmente sul rovere, che ha «tenuto» meglio. Ordinare una cucina o un armadio diventata una partita a battaglia navale. Grigio chiaro? Acqua. Grigio scuro? Acqua. Una via di mezzo? Neanche a parlarne. Non resta che aspettare pazientemente che i fornitori verifichino le disponibilità e, nel migliore dei casi, scendere a patti con la palette. Oppure armarsi di santa pazienza.
«O ci si adatta alle disponibilità - conferma Elena Maestri -, o bisogna essere disposti ad aspettare, anche parecchi mesi». I problemi sono cominciati nell’aprile scorso e non accennano a diminuire, anzi. «I vetri erano già aumentati del 10% - conferma Elena - e da novembre è previsto un altro rincaro del 10%. Per le maniglie da metà ottobre c’è una nuova quotazione, ovviamente al rialzo». In definitiva sui due fronti i problemi sono complementari. Per i mobili il principale riguarda la reperibilità e i tempi d’attesa; per le finestre in legno i prezzi alle stelle.
Ovviamente ciò si ripercuote sui preventivi, la cui validità non va oltre i venti giorni. Un tempo erano novanta, ma raramente necessitavano di essere ritoccati. Un contesto che sta «stritolando» le imprese, chiamate a rispettare accordi economici che diventano presto obsoleti e tempistiche che si trasformano ben presto in un miraggio; e sta angosciando chi è in procinto di acquistare casa, vuole programmare dei lavori oppure necessita di una ristrutturazione. Le sorprese sono all’ordine del giorno. Anzi, il paradosso, come spiega il presidente di Ance Massimo Deldossi, «è che purtroppo i ritardi e i rincari sono un tema con cui fare i conti. Bisogna piuttosto diffidare da chi in questo momento non pone le questioni sul tavolo. Tutti gli operatori che lavorano in modo corretto stanno subendo questa situazione». Una situazione che non pare purtroppo destinata a risolversi a breve.Il mercatoCostruire, ristrutturare e arredare
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