Rifiuti illeciti, rischio commissariamento per A2A Ambiente
La sospensione, seppur temporanea, dell'attività non è da prendere in considerazione trattandosi di un'azienda che svolge un servizio pubblico, ma il rischio concreto è il commissariamento o in alternativa il blocco degli accordi con la pubblica amministrazione.
È quanto potrebbe accadere dopo l’8 novembre ad A2A Ambiente se il giudice accogliesse la richiesta di interdizione avanzata dal procuratore aggiunto Sandro Raimondi, nell'ambito dell'inchiesta sul traffico di rifiuti dalla Campania al Nord Italia, che ha portato all'arresto di due persone e all'iscrizione nel registro degli indagati di altre 26 e che vede coinvolte nell'inchiesta una lunga serie di società, tra cui appunto A2A Ambiente.
«Il termoutilizzatore ha trattato esclusivamente rifiuti che era autorizzato a valorizzare energeticamente - ha chiarito intanto A2A Ambiente in una nota diffusa in serata -. Il presunto omesso trattamento dei rifiuti da parte di altri soggetti, prima del conferimento al termovalorizzatore di Brescia, avrebbe comportato infatti non un vantaggio ma un danno economico per la stessa società».
E se il sindaco di Brescia ha scelto la linea del silenzio, la vicenda, che chiama in causa una rete di imprese che per il procuratore Raimondi avrebbero instaurato legami definiti «inquietanti» con le pubbliche amministrazioni, ha suscitato le reazioni del mondo imprenditoriale, con Aib che per prima si è schierata a favore della legalità e dell'ambiente, sottolineando come non vi sia alcuna equazione che leghi poche aziende che delinquono alle aziende che invece producono.
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