Rifiuti, blitz in via Rose: s'indaga sul traffico con l’Africa
Nessuna sorpresa (purtroppo). Per due giorni il Nucleo investigativo dei Carabinieri e gli ufficiali di Polizia giudiziaria del dipartimento dell’Arpa di Brescia hanno scandagliato i 50 container. L’obiettivo: capire se i loro sospetti erano fondati. La risposta, arrivata uno sportellone aperto dopo l’altro: sì, quei parallelepipedi di ferro colorato - probabilmente riempiti per metterli poi in viaggio in direzione Africa - sono stracolmi di rifiuti pericolosi, prevalentemente elettronici, ma senza farsi mancare elettrodomestici, motori, parti di carrozzeria e meccaniche.
Il nuovo blitz in via Rose e l’attività
Il sito è sempre quello di via Rose dove, a ridosso della tangenziale Ovest (all’altezza dell’intersezione tra l’uscita che porta il nome della strada e quella che si riannoda a via Rose di Sotto) si trova il piazzale posto sotto sequestro sul finire di marzo. Un’area sdraiata su circa 5mila metri quadrati al 99% a destinazione agricola (il Comune sta effettuando le verifiche in queste ore) trasformata non solo in un deposito di scarti pericolosi ma anche nella probabile base di una rotta tanto illecita quanto milionaria.
Proprio per accertare questa pista la Procura ha convalidato il sequestro del sito e, quindi, aperto il fascicolo. Molte le persone nigeriane coinvolte - già identificate e denunciate - tanto da far parlare di «organizzazione». I responsabili gestirebbero l’area sulla scia di una serie di contratti in subaffitto e il materiale ritrovato, anche durante le ispezioni (svolte in contraddittorio) di ieri e di mercoledì, fanno propendere per l’ipotesi di un traffico verso l’estero.
La rotta illegale

Dietro questo traffico enorme ci sono i costi evidentemente alti dello smaltimento di rifiuti per via legale che hanno generato un’industria invisibile che coinvolge camorra, mafie estere, faccendieri italiani e spedizionieri dal Nord Africa. Se parliamo (come nel caso dei 50 container di via Rose) dei rifiuti delle apparecchiature elettriche, l’affare è ancora più appetibile: con una tonnellata smaltita ci si guadagnano dai 400 ai 500 euro. Non a caso, stando al report dell’Europol sulle principali minacce criminali, il traffico illegale di rifiuti è tra i più redditizi dopo il traffico di droga e la contraffazione.
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