Rientra l'allarme per il complesso di via Tiboni: riscaldamento acceso
Un allarme rientrato e lo spettro della morosità, per il momento, diradato. Per quattro giorni i residenti del complesso Tiboni al civico 3 e 5 - 331 appartamenti, 259 di edilizia pubblica di proprietà Aler e 72 occupati da privati - sono rimasti senza riscaldamento.
I termosifoni avrebbero dovuto accendersi il 5 novembre scorso, ma nonostante i tentativi di decine di residenti, tutto è rimasto freddo. Il pensiero di molti, che hanno ben presto segnalato il disservizio, è subito andato alla morosità di alcuni abitanti del complesso, ma nel giro di qualche giorno il dilemma è emerso: una somma pari a circa 100mila euro che non era mai stata ricevuta da Aler, per cui il servizio di A2A non ha preso il via come previsto.
A chiarire il malinteso che ha portato all’impasse è Paolo Pezzini, amministratore del maxi condominio di via Tiboni: «Con la tempesta del luglio del 2020 abbiamo avuto danni per 100mila euro. Abbiamo avuto dei ritardi nei pagamenti della copertura assicurativa del sinistro e la somma si era persa nei meandri dell’Aler in un lungo iter burocratico. Fortunatamente si è risolto e tutte le 331 unità ora sono al caldo».
L’episodio testimonia però il clima di tensione tra residenti e addetti ai lavori per il timore di interruzioni di forniture energetiche in un contesto di grave difficoltà socio-economica, anche a Brescia. In via Tiboni da ieri l’allarme è rientrato e nonostante la presenza di alcune morosità (meno del 10% dei privati, negli altri casi è Aler a intervenire) le difficoltà non mancano. Nel complesso vivono anziani con pensioni basse, incapienti che versano un affitto sociale, ma anche neo-genitori che arrancano. Ma, assicura Pezzini, «qui non ci sono rischi. Altrove esistono situazioni ben più gravi che rischiano di esplodere».
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