«Ricordatemi sorridente»: a Chiesanuova l'addio ad Alessio

Nel pomeriggio a Brescia l’ultimo saluto al 35enne affetto da una grave malattia
I funerali. Sono stati celebrati a Chiesanuova
I funerali. Sono stati celebrati a Chiesanuova
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«Ringrazio mamma e papà e tutti coloro che mi hanno sostenuto. Voglio che mi ricordiate sorridente. Da lassù vi guarderò sempre». È il messaggio che Alessio Barrasso, scomparso prematuramente venerdì, a soli trentacinque anni, ha voluto lasciare ai suoi genitori, papà Ciriaco e mamma Ileana, ai suoi cari, agli amici, a chi gli ha voluto bene. Parole che sono state lette, con commozione, nella chiesa di Santa Maria Assunta, a Chiesanuova, durante la celebrazione dei funerali di Alessio.

Tante le persone che hanno voluto dare l’ultimo saluto al giovane, tra cui i colleghi di papà Ciriaco, poliziotto in pensione e i rappresentanti dell’Associazione nazionale Polizia di Stato.

La storia di Alessio

Alessio Barrasso, 35 anni - © www.giornaledibrescia.it
Alessio Barrasso, 35 anni - © www.giornaledibrescia.it

Alessio è morto venerdì mattina in ospedale dopo aver tentato un delicatissimo intervento che aspettava da tre anni, un trapianto multiviscerale che interessava fegato, intestino, pancreas e stomaco e la ricostruzione della parete dell’addome. Se ne è andato da guerriero, fino all’ultimo forte e sorridente contro il male quale è sempre stato: amava la vita e lottava per la vita. «La vita è connotata da una commistione tra timore e gioia - ha detto nell’omelia don Gian Pietro Girelli -. E così è proprio stata l’esistenza di Alessio. Il timore per la salute cagionevole si è intrecciato con la gioia di vivere che non ha mai perduto. Gesù ha voluto andare incontro ad Alessio nel giorno del venerdì santo».

Papà Ciriaco attraverso le parole di don Roberto Ferrazzoli, cappellano della Polizia di Stato, ha voluto ringraziare «tutti i presenti, i colleghi della Polizia di Stato, gli operatori sanitari dell’Ospedale di Bergamo e i colleghi di Alessio». Don Ferrazzoli ha aggiunto: «Ringrazio Ciro e Ileana che hanno sempre condiviso con discrezione il peso della sofferenza. Alessio ci ha insegnato nella sofferenza ad essere sorridenti».

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