Ricettava orologi rubati, finanziere finisce in carcere

E' finito in carcere, accusato di ricettazione, il finanziere infedele che nel tempo libero piazzava orologi rubati
La caserma Leonessa della Guardia di Finanza
La caserma Leonessa della Guardia di Finanza
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Arrotondava lo stipendio di finanziere con l’attività di ricettatore, ma è finito a Canton Mombello per traffico di orologi e gioielli rubati ed ora dovrà risponderne al giudice. Sono stati i colleghi del Gico della Guardia di Finanza di Brescia a scoprire cosa faceva il militare quando non era in servizio alla caserma Leonessa, sede del comando provinciale della Gdf di via Milano.

Sulle sue tracce, e su quelle dei suoi complici, le Fiamme Gialle sono arrivate all’inizio dell’anno. Decisiva la segnalazione dei dipendenti di una gioielleria di provincia ai quali si era rivolto il proprietario di tre orologi, un Corum, un Paul Picot e un Longines spariti dal suo appartamento di via Vicenza, in città, e messi nel giro di poco in vendita proprio nella vetrina virtuale del loro negozio.

Dopo aver scoperto l’identità del ricettatore i militari sono risaliti ad altri sei complici, cinque uomini ed una donna, di età compresa tra i 24 e i 61 anni, tutti bresciani, eccezion fatta per la signora della banda, originaria della Colombia. 

Quattro in tutto le persone finite in carcere, due ai domiciliari, mentre per lei è scattata solo la denuncia. Nel corso delle indagini, gli inquirenti hanno potuto definire i ruoli dei componenti della banda. Il finanziere non ha partecipato fisicamente al furto dei tre orologi, anche se ne ha condiviso il progetto, si è «limitato» a piazzare la refurtiva.

«Quest'uomo ha tradito la divisa che indossiamo - ha commentato, arrabbiato e deluso, il comandante provinciale della Guardia di Finanza, il Colonnello Giuseppe Arbore - nei suoi confronti ci siamo mossi con rapidità e rigore. Era giusto che fossimo proprio noi a perseguirlo». 

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