Revocato sequestro da 4,5 milioni a Tommaso Ghirardi
È stato revocato nei giorni scorsi il sequestro conservativo di 4 milioni e 560mila euro disposto nel 2015 dal Tribunale di Brescia a carico di Tommaso Ghirardi. L’imprenditore di Carpenedolo, ex presidente del Parma Calcio, ha raggiunto un accordo stragiudiziale con il fallimento della Energy T.I., società nel settore delle fonti energetiche che faceva capo a Roberto Giuli e che, dopo essere entrata nella compagine ducale con il 10% delle quote, fece causa a Ghirardi ritenendo che questi avesse presentato un bilancio gonfiato per portare in porto la trattativa ed incassare il prezzo delle quote vendute, circa 5 milioni di euro.
Quanto Tommaso Ghirardi abbia versato al fallimento della Energy T.I. per chiudere la partita non è dato sapere: «È coperto da un accordo di riservatezza stipulato tra le parti» fanno sapere fonti vicine all’imprenditore carpenedolese. Pare di capire comunque che l’accordo che ha portato alla revoca del sequestro ha incontrato il favore del bresciano, ex patron del Parma, anche sotto il profilo economico.
Ad una soluzione favorevole a Ghirardi avrebbe contribuito la consulenza tecnica d’ufficio prodotta nella causa di merito instaurata in Tribunale a Brescia. Secondo il perito del giudice il bilancio impugnato dalla Energy T.I - quello del Parma Calcio depositato nel giugno del 2013 - era redatto secondo i principi civilistici e contabili e non vi era bisogno di effettuare rettifiche che incidessero sui risultati di esercizio e sul patrimonio sociale. Pur partendo da questo risultato, che nella causa di merito avrebbe potuto premiarlo, Ghirardi avrebbe preferito l’accordo fuori dall’aula per risparmiarsi anni di contenzioso e di attesa e chiudere la partita con un conto tutto sommato ragionevole. Non si tratta di una vittoria con goleada, ma nemmeno di una sconfitta.
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