Revenge porn, altri risarcimenti per la dottoressa

Salgono a tre gli imputati disposti a liquidarle i danni per evitare il processo
Il Tribunale di Brescia - © www.giornaledibrescia.it
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Altra offerta di risarcimento del danno ed altro rinvio. Slitta al prossimo 29 giugno l’udienza preliminare a carico dei dieci imputati accusati di revenge porn, di aver diffuso video sessualmente espliciti, contro il suo volere, di una dottoressa bresciana. Quella che era in programma ieri è durata giusto il tempo di ratificare l’accordo tra uno degli imputati e la persona offesa, che ha valutato soddisfacente la contropartita economica e ritirato la querela. Nello scorso mese di novembre identica soluzione aveva adottato un altro imputato. Stessa strada, proprio ieri, ha dichiarato di voler percorrere una terza imputata.

Se anche a lei riuscirà l’accordo con la persona offesa, complice lo stralcio di una posizione, saranno in tutto sei gli imputati a discutere il rinvio a giudizio o direttamente il processo per la vicenda che diventò di chiacchieratissima attualità nel febbraio del 2020. La donna - assistita a processo dall’avvocato Barbara Delbono - si rivolse all’autorità giudiziaria non appena di ritorno sul suo telefonino, dopo diversi passaggi, comparvero video e foto intimissime che aveva mandato solo - questo ha sempre sostenuto la donna - ad un ex amante, senza peraltro autorizzarlo a diffonderli a suo piacimento.

L’invio e l’inoltro di questi contenuti sono puniti da pochi mesi quando il sostituto procuratore Benedetta Callea iscrive l’ex nel registro degli indagati e con lui diverse persone che - a suo parere - hanno avuto il pollice troppo facile e girato i contenuti hard coperti da privacy.

Nel registro degli indagati ci finiscono in tutto dieci persone. Oltre all’ex ci sono anche un ex giocatore del Brescia Calcio, l’ex personal trainer della donna, un agente della Polizia locale di Torino e pure la figlia di un ex allenatore del Brescia. Proprio lei ieri ha proposto il risarcimento del danno, ma nel contempo anche di essere processata in abbreviato per sostituzione di persona. La donna è accusata anche di aver creato un falso account di posta elettronica per far circolare le immagini e i video della dottoressa. Il reato - a differenza del revenge porn - è procedibile d’ufficio. Non c’è querela, non c’è nemmeno la possibilità di ritirarla.

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