Resistenza bresciana, inaugurate quattro targhe in città
È un itinerario nella geografia e nella storia della nostra città, sulle tracce dei padri e delle madri della Resistenza bresciana, quello proposto da Anpi, Fiamme Verdi, Aned e Anei, che in mattinata hanno scoperto quattro targhe in alcuni luoghi della nostra città, simbolici per il periodo compreso tra il settembre del 1943 e l’aprile del 1945.
Le quattro targhe si trovano alla canonica della chiesa dei santi Faustino e Giovita, alla casa di Mario Piotti al civico 11 di via Aleardi, alla casa di Astolfo Lunardi in Tresanda del Sale e infine all’oratorio della Pace. Ricorderanno d’ora in avanti l’impegno e il sacrificio di uomini e donne che misero a rischio la propria vita per liberare l’Italia dalla guerra, dalla dittatura, dalla fame e dalla paura.
Così il sindaco Emilio Del Bono, presente alla cerimonia: «Ci pongono quella domanda, noi cosa faremmo? Avremmo quella forza? Saremmo in grado di essere ribelli per amore? Perché questa cosa dell’essere ribelli per amore è ancora la chiave di lettura che interroga il nostro presente». Facendo riferimento all’attualità della guerra in Ucraina, Del Bono ha puntato l’attenzione sul valore della democrazia e sull’importanza di difenderla, anche a caro prezzo.
Le quattro targhe sono una mappa per offrire una testimonianza viva ai giovani «ma anche per condividere - preosegue Del Bono - con chi è giunto a Brescia da altri Paesi e valori universali che ci accomunano». Un itinerario della memoria, quello percorso in corteo in mattinata, in cui ha sfilato anche il gonfalone della città, medaglia d’argento al valor militare, che è destinato in futuro ad ampliarsi.
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