Resa dei conti nel Pd bresciano: attacchi al segretario
L’aria da resa dei conti che si respira a pieni polmoni nelle stanze del Nazareno a Roma soffia anche sul Pd bresciano. La debacle elettorale dei dem, tra nazionale e regionale, non risparmia un territorio ai minimi storici per numero di eletti.
Bazoli e Berlinghieri alla Camera, Girelli al Pirellone. E fine dei giochi. L’elenco degli scontenti invece è lungo - Cominelli, Galperti, Ottelli, Mottinelli e Ratti vengono dati tra i più tesi - e la fotografia del voto è impietosa. Il risultato della provincia bresciana è il peggiore dell’intera regione con targa Pd. L’unico sorriso arriva dalla città dove, pur con un calo del 3,5% rispetto al 2013, il Partito democratico è al primo posto, davanti alla Lega.
«Aprire la crisi adesso però non è corretto. Dobbiamo lavorare pancia a terra in vista delle elezioni in Loggia» commenta il segretario Michele Orlando che non annuncia dimissioni. «Ora non faccio il passo indietro, ma non mi ricandiderò al prossimo congresso di ottobre».
Niente dimissioni, che invece qualcuno all’interno del Partito democratico bresciano forse si aspettava. «Credo che un momento di responsabilità debba esserci. Non si può pensare che facendo finta che non ci siano i problemi, questi spariscano. E nemmeno pensare che non si possa fare sintesi perché ci sono le amministrative. Dico no a guerre intestine, ma sì ad assunzioni di responsabilità» tuona Gianni Girelli. «Se fossi io il segretario? Mi sarei dimesso prima di candidarmi». Lo scontro è aperto.
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