Regione Lombardia convoca il tavolo tecnico sul Sin Brescia Caffaro

La priorità, spiega l’assessore Maione, è «avviare in tempi brevi appalto per la protezione idraulica». L'incontro sarà il 28 aprile
Una panoramica della cittadella industriale Caffaro - © www.giornaledibrescia.it
Una panoramica della cittadella industriale Caffaro - © www.giornaledibrescia.it
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A cinque giorni dall’annuncio di Caffaro Brescia srl di voler provvedere a breve al licenziamento dei 9 lavoratori che operano all’interno del sito di via Nullo, arriva la convocazione del tavolo tecnico per fare il punto sul Sin Brescia Caffaro con Regione Lombardia.

Il tavolo, che ha il compito di approfondire gli aspetti tecnici previsti con le azioni dell'accordo di programma Caffaro nello svolgimento delle fasi operative della bonifica, si riunirà venerdì 28 aprile alle 9,30 presso gli Uffici Territoriali Regionali (Utr) di Brescia e sarà presieduto dall’assessore regionale all'Ambiente e Clima Giorgio Maione. Al tavolo sono invitati anche il commissario straordinario delegato Sin Brescia Caffaro Mario Nova e i rappresentanti del Comune di Brescia, della Provincia di Brescia, dell'Ats Brescia, dell'Arpa Lombardia, del Comune di Passirano, del Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica e dell'Utr. 

L'assessore: «Barriera idraulica e bando le priorità»

«Mettere intorno a un tavolo tutti i soggetti coinvolti, affinché possano continuare a confrontarsi su un tema che per Regione Lombardia, le comunità di Brescia e i comuni coinvolti dal Sin Caffaro è importante - dichiara Maione in una nota diffusa dalla Regione -. È inoltre prioritario mantenere in funzione la barriera idraulica attuale, avviare in tempi brevi l'appalto per la nuova protezione idraulica con le relative soluzioni tecniche, avviare in tempi brevi quanto necessario per continuare le azioni di bonifica e affrontare il tema delle risorse necessarie allo sviluppo di queste azioni».

Cosa succede

È il tema della barriera idraulica a preoccupare principalmente, perché è il più urgente, insieme al nuovo bando da rifare per appaltare i lavori di bonifica. Si tratta di un sistema di pozzi che filtra gli inquinanti e le sostanze cancerogene impedendo che raggiungano di nuovo il suolo, la falda, i terreni e i campi esterni al perimetro aziendale della Caffaro. Attualmente chi è in grado di gestire questo sistema sono proprio i 9 lavoratori rimasti e che Caffaro Brescia ha annunciato di voler licenziare.

Il pomo della discordia sta nei costi di funzionamento della barriera idraulica, che Caffaro Brescia srl in liquidazione, anche a fronte del contratto scaduto il 7 marzo, non solo non è più in grado di sostenere ma - insistono dall’azienda - «non le competono più». L’azienda si impegna comunque a completare le opere di adeguamento e la dismissione degli impianti come concordato con Ministero e Procura. 

Cosa succede se scattano i licenziamenti? Settimana scorsa il commissario del Sin Brescia Caffaro Mario Nova ha spiegato al Giornale di Brescia: «Si sta lavorando affinché Caffaro Brescia prosegua la sua piena attività, ma nel contempo è chiaro che si deve valutare anche un piano B per coprire le eventuali inadempienze della società. Il Ministero aveva già espresso la volontà di reperire nuove risorse laddove la società non ottemperasse: bisogna lavorare su quella strada». La tesi di Roma, insomma, è che l’azienda non possa avanzare alcun tipo di richiesta: «Sì, il Ministero ritiene che Caffaro Brescia abbia questo obbligo, senza alternative» ribadisce Nova. 

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