Regionali, Unione popolare: «Siamo l’alternativa al partito degli affari»
È una delle rare sedi di partito in cui ci sono ancora libri, riviste e manifesti che non hanno fatto da strilloni a slogan da campagna elettorale, ma a concetti. E appena entrati si respira quell’attivismo politico per certi versi antico, ma lì ancora vivo. Ai lati della sala, i cartelli che raccontano le storie delle proteste e delle manifestazioni di piazza: quello che grida «no alla sanità solo per chi può» sta (ovviamente) appoggiato nell’angolo più a sinistra, mentre dal fondo una Mafalda imbufalita sbraita «basta lavoro precario». Nell’altro versante della sala, con gli appunti di chi si è preparato, stanno i candidati: sono operatori sociali, professori, operai, studenti. Sono lavoratori, nessun «politico di professione» come piace dire a loro.
La squadra
Eccola, la squadra riunita sotto il progetto «Unione popolare», un team che non si arrende all’approccio da Gattopardo in stile «si vota per cambiare i volti dei leader ma affinché nulla, in fondo, cambi davvero». Alle Regionali del 12 e 13 febbraio Up sostiene la sociologa e ricercatrice Mara Ghidorzi: i candidati che la sostengono provengono da Rifondazione comunista, Potere al popolo e Dema. Sui social presenta la sua candidatura come «l’unica alternativa credibile per cambiare rotta rispetto al consociativismo tra centrodestra e centrosinistra che ha portato allo smantellamento della sanità pubblica, all’imposizione di un modello basato sulla concorrenza a tutti costi e la supremazia del mercato sui bisogni e le esigenze dei cittadini lombardi».
A Brescia, nella sede di via Eritrea, questa visione la esplicita Giorgio Cremaschi: «I candidati presidenti sono quattro, con Ghidorzi Up vuole portare le ragioni di chi è escluso». A chi gli domanda perché si dovrebbe votare Up, ribatte: «Siamo gli unici alternativi, gli altri candidati sono parte dello stesso partito: il Pua, partito unico degli affari. Sfido a trovare un vero conflitto politico tra la Regione di Fontana e i sindaci Gori, Sala e Del Bono: governano insieme e fingono di dividersi alle elezioni». Il programma parla di giustizia sociale, equità, diritti, rispetto per l’ambiente e per i popoli. E parte dalla convinzione che ci si debba lasciare alle spalle la superstizione che ogni tentativo di risolvere i problemi reali finisca nella distopia di Orwell. Cremaschi lo dice così: «Siamo contro la privatizzazione della sanità, che va ricostruita. I soldi per farlo ci sono, ma vengono regalati alla sanità privata e questo significa pagare»
I candidati
Accanto a lui ci sono i candidati che vogliono prendere posto in Regione per attuare questi progetti: sono Fausta Belluati, Fiorenzo Bertocchi, Anna Confortini, Giuseppe Dughi, Annalisa Di Giorgio, Mario Folli, Mirella Felicina, Ivano Minini, Cristina Torli e Filippo Ronchi. Spiega Bertocchi: «Noi mettiamo al centro la persona, non gli interessi finanziari. Siamo giudicati passatisti perché pensiamo che ci siano disuguaglianze di classe in questa società, ma l’aumento della povertà ci dà purtroppo ragione e le politiche si costruiscono attorno alle esigenze delle persone». I fari sono puntati anche sulla questione ambientale: «Brescia e la Lombardia sono tra i territori più inquinati: bisogna fare solo una grande opera, risanare ambiente». Ma Up parla anche di diritto alla casa, di giustizia sul lavoro, di armi: «Siamo angosciati dal fatto che qui vicino si stanno installando bombe atomiche di ultima generazione: vogliamo una Regione de-nuclearizzata». Per questo, Up ha scelto la corsa da solista con Guidorzi: per una Lombardia che «sia giustizia sociale».@Buongiorno Brescia
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