Regionali, Patto civico ai lombardi: «Sono elezioni sanitarie»

«La Regione è una Ferrari che Attilio Fontana e Letizia Moratti tengono con gomme sgonfie e senza benzina»
UN PATTO CIVICO PER MAJORINO
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Il giudizio più impietoso lo pronuncia Michele Usuelli, che in un solo colpo boccia i due avversari numero uno: «La Lombardia è una Ferrari che Attilio Fontana e Letizia Moratti tengono con gomme sgonfie e senza benzina». E non si riferisce alla tipica dialettica da stagione elettorale, ma al governo regionale che ha contraddistinto la linea politica degli ultimi 28 anni: per questo - dice - «è ora di cambiare la Lombardia». Per farlo, il Patto civico per Pierfrancesco Majorino - il candidato presidente della coalizione di centrosinistra e del Movimento 5 stelle - schiera una squadra eterogenea che punta tutto su salute, transizione ecologica e diritti. Nove candidati che, insieme, propongono un modello che «se supportato dal consenso elettorale, sarà in grado di avere un importante e concreto impatto positivo su Brescia».

I valori

Dopo i ritocchi dell’ultimo momento, la squadra che si propone in vista del voto per le Regionali del 12 e 13 febbraio ha il suo assetto definitivo. A guidarla, da capolista, è l’ex eurodeputata Monica Frassoni (in corsa anche a Milano), che spiega: «Il nostro è un gruppo eterogeneo e la priorità sta nel cambiamento, perché cambiare la Lombardia significa portare elementi positivi per cambiare il Paese e forse, chissà, anche l’Europa. In questo l’alleanza verde-civica punta sulla salute, sulla transizione ecologica, su partecipazione e diritti come elementi qualificanti e diversi rispetto all’offerta politica del centrodestra». Ma su quale sia il cavallo di battaglia della campagna elettorale per Majorino presidente non c’è dubbio: la sanità.

Non a caso Michele Usuelli (+Europa) dice: «Io le chiamerei elezioni sanitarie e non elezioni regionali. La sanità, con la gestione di 20 miliardi, è il core business della Lombardia. Questi 28 anni hanno rotto il rapporto con gli operatori della sanità, li chiamano eroi ma li trattano come pezze da piedi. C’è una rete territoriale da ricostruire e vanno ridiscusse le regole tra pubblico e privato. Abbiamo molti ospedali in cui molti medici sono gettonisti: uno scempio. Noi vogliamo un patto nuovo che rispetti i professionisti sanitari». I fari del consigliere regionale uscente (milanese e candidato perciò anche nel capoluogo lombardo), puntano anche su un altro aspetto: «Io sono anche medico ong e conosco il dramma. La Regione deve ripensare al modello di accoglienza e di integrazione, specie a fronte della bassa natalità attuale. Dopo 28 anni vogliamo vincere».

I modelli

La lista si completa con Monica Coti Zelati (ex consigliera comunale a Lecco per AmbientalMente), Cinzia Miraglio (ex assessore ai Lavori pubblici di Crema), Mauro Orso (consigliere comunale a Milano), Diego Gozzoli in rappresentanza di Volt, la presidente dei Radicali Barbara Bonvicini che incita, fra l’altro, a una riflessione sulle ragioni alla base del fallimento della politica nell’intercettare i cittadini e bolla come modello da bocciare il «modello sceriffo sui temi della libertà personale». In campo anche due esponenti con un passato recente nei Verdi. A partire dall’ex assessore all’Ambiente del Comune di Brescia e coordinatore della Consulta per l’ambiente Ettore Brunelli (Avec).

«Io - sottolinea - nel Patto civico credo molto, perché dentro c’è il tema della cittadinanza attiva: o ci stiamo tutti, o niente da fare. In Lombardia i fondi si spendono male e si rilegge anche nel fatto che le malattie croniche crescono sempre di più, continuano ad aumentare i rischi ambientali e, mano a mano, abbiamo sempre meno servizi. La transizione ecologica, sulla quale bisogna investire attraverso una serie di politiche, serve a invertire questa tendenza per salvaguardare la salute: per questo si deve lavorare per un’agricoltura più sostenibile, per la qualità dell’acqua e per quella dell’aria.

Questa non è sanità in senso stretto, ma sono politiche che fanno salute». Un concetto, quello espresso da Brunelli, che Giuseppe Ramera (presidente del circolo di Legambiente ChiariAmbiente-Ovest Bresciano) riprende: «La Lombardia, rispetto alle altre Regioni, presenta dei forti ritardi sulla lotta ai cambiamenti climatici. Ci sono zone nella nostra provincia che subiscono un impatto ambientale importante: la lotta al degrado ambientale è fondamentale per tutelare sia la salute pubblica sia la qualità della vita»

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