Regionali, Paola Pollini (M5S): «Strade per ciclisti, tutela del lago e sostenibilità»
Paola Pollini, 53 anni, titolare di un’attività commerciale, iscritta al partito di Giuseppe Conte dal 2016 e nel team che ha accompagnato la campagna elettorale del candidato sindaco di Desenzano Andrea Spiller. Come portavoce del Comitato delle mamme del Garda, nato per contrastare il depuratore sul Chiese, ha partecipato a diverse iniziative.
L’attivismo fa parte del suo «dna» già da tempo e, dopo l’impegno sul suo Garda, ora la capolista del Movimento 5 Stelle Paola Pollini è decisa a farsi portavoce della visione, delle battaglie e delle proposte attraverso le quali il Movimento 5 stelle vuole cambiare la Lombardia.
Lei è stata la più preferenziata alle Regionarie. Come mai ha deciso di passare dall’impegno locale a quello regionale?
Il radicamento sul territorio è essenziale per conoscere davvero le problematiche: spesso sento discorsi rassegnati, quasi come se ci si fosse abituati al fatto che alcuni disservizi vanno sopportati. Sono invece convinta che si possano attuare soluzioni ed essere in Regione significa poter fare da ponte tra le istituzioni territoriali e quelle romane. Il tutto coinvolgendo il più possibile i cittadini nelle scelte.
Quali sono le istanze di cui si vuole fare portavoce per Brescia?
L’ambiente è un tema che si ricollega a tutto: dalla sanità alla mobilità e, a loro volta, i trasporti si riflettono sul turismo. Un tema a cui teniamo molto è quello della digitalizzazione, che deve però essere concreta.
Qualche esempio? Quali le proposte?
Sul Garda abbiamo il problema del cicloturismo che va indirizzato sulle strade bianche. Ciclisti e auto non possono convivere insieme su strada, perché si genera il caos e si penalizza chi in quelle zone vive: è fondamentale mettere in sicurezza la rete viabilistica. Sul fronte sanitario penso invece al caso di Villa dei Colli, a Lonato: questo spazio ospedaliero che dovrebbe essere dedicato alla riabilitazione è ancora vuoto, ma va riqualificato in tempi celeri. Andare al governo della Lombardia significa anche accelerare tutti i lavori finanziati dal Pnrr e rimasti fermi. Bisogna inoltre salvaguardare il nostro lago di Garda collaborando con i Comuni: per tutelare acque e turismo si deve invertire la rotta con nuove regole per sistema di navigazione e balneabilità dolce.
Le sue battaglie riguardano in particolare i trasporti: come bisogna intervenire secondo lei?
Serve urgentemente creare un fondo per l’Agenzia del Tpl dedicato al capitolo sicurezza per adeguare gli interscambi, le pensiline, ma anche i tratti di marciapiede che portano alle fermate degli autobus, perché le Province non sono in grado di fare fronte a queste spese. In alcune zone la situazione è emergenziale: un esempio è la località Tormini, snodo che va sistemato al più presto perché insicuro. Altro fronte altrettanto importante è quello del finanziamento per km: Regione finora non si è mai fatta carico del problema nonostante nella nostra provincia il trasporto pubblico sia fondamentale non solo per gli studenti, ma anche per i lavoratori e i disabili. Così come sono stati destinati dei soldi per abbellire le rotatorie credo che si possano trovare per garantire un servizio essenziale che tutela cittadini e ambiente. Le famiglie che abitano nell’area extraurbana sono in grande difficoltà: non si può proseguire così a lungo.
Per attuare il vostro programma dove pensate di reperire le risorse economiche?
Intendiamo mettere mano al sistema, pensiamo a una riorganizzazione totale del bilancio per ottimizzare i fondi: dai bandi a tutte le misure, capitolo per capitolo. Non possiamo ad esempio dimenticare che siamo in piena crisi climatica e quindi, anche a fronte di questo, vanno ricalibrate le priorità: la transizione energetica è uno dei filoni da declinare in tutti gli ambiti ed è per noi centrale. Questo significa anche aiutare le imprese a diventare green. Sempre in quest’ottica si deve cercare di accedere a tutti i bandi europei.
Come mai avete scelto di allearvi col Pd?
L’alleanza in Regione era necessaria per fare in modo di riuscire a governare: c’è bisogno di un cambiamento e noi stiamo lavorando per vincere e poterlo mettere in pratica.
Perché il Movimento non è riuscito a fare breccia al Nord come al Sud?
Perché ha puntato le sue principali politiche su temi che hanno più presa nel Sud Italia, come la lotta alle disuguaglianze e alle povertà. Al Nord non è stato compreso, ad esempio, l’effetto a catena positivo del Reddito di cittadinanza, perché se chi è in difficoltà ha un reddito base non solo non si trova costretto ad andare a rubare per vivere, ma pesa meno anche sulla spesa pubblica e può vivere con dignità evitando l’esplosione di un’emergenza sociale.
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