Regionali, Majorino a Brescia: «Col centrosinistra sarà aria nuova»
«Siamo in campo per vincere. La partita è aperta. Non abbiamo i milioni della Moratti e non usiamo in modo spregiudicato le istituzioni come fa Fontana, però possiamo contare sulla passione di candidati e militanti». Le parole di Pierfrancesco Majorino chiamano l’applauso dell’auditorium Capretti, affollatissimo. È la prima uscita bresciana del candidato presidente per il centrosinistra a liste chiuse con tutti i candidati. Majorino ha l’appoggio di Pd, M5S, Patto civico, Alleanza sinistra-verdi, «un laboratorio lombardo - dice il protagonista - che ricompone conflitti nazionali». Nel nome di una proposta politica e programmatica «che ha il massimo dell’ambizione, perché c’è tanto da fare. Vogliamo che la Lombardia torni a competere nel campionato delle aree più sviluppate d’Europa».
Dopo 28 anni di governo del centrodestra «servono aria fresca e idee nuove. Basta con la retorica dell’eccellenza: la Lombardia ha resistito nonostante i governi regionali, non grazie ad essi».
Sanità
Il lavoro
Il candidato del centrosinistra attacca Fontana sul trasporto pubblico («Non ha mai investito su di esso»), sulla cultura («Ha tagliato i fondi»), sulle politiche del lavoro («Assenti»). Propone la gratuità su treni e autobus per gli under 25, come «sostegno alle famiglie e al diritto allo studio». Promette di «riscoprire la centralità delle politiche del lavoro e di quelle industriali», sostegno alle imprese, alle università, ai centri di ricerca. Si impegna ad attuare «un piano di lavoro verde con risorse pubbliche e private», affinché la transizione ecologica diventi anche opportunità di crescita.
Alla platea bresciana regala una battuta: «Il centrodestra candida Gallera, simbolo del fallimento delle politiche sanitarie, io Emilio Del Bono, un grande sindaco». È fondamentale parlare ai giovani, chiude Majorino, usando «il linguaggio dei valori e della concretezza». Senza mai dimenticare di «mantenere uno sguardo sul mondo per capire le buone pratiche, trovare risorse, costruire relazioni». Del Bono è il capolista del Pd. Fa gli onori di casa. «Agli elettori - dice - dobbiamo rivolgere domande semplici e dirette. La sanità e i trasporti sono migliorati in questi anni? Chiunque può testimoniare che sono peggiorati». Non solo. «La Lombardia è retrocessa al confronto delle altre aree più progredite di Germania, Francia e Spagna». Dopo 28 anni di centrodestra, aggiunge Del Bono, «vogliamo una Lombardia più coesa, efficiente, competitiva, agganciata all’Europa».
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