Regionali, M5s: «È ora di pensare ai temi veri: cultura, lavoro, sociale»

La squadra bresciana del Movimento Cinque stelle presenta il programma: dall’ambiente alla sanità passando per la tecnologia
I CANDIDATI DEL M5S
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Il dito verso chi ha rappresentato finora il governo lombardo lo puntano, e neanche troppo velatamente: «Ricordatevi - dice il portavoce bresciano Ferdinando Alberti agli elettori - che se vince Attilio Fontana, a comandare sarà Fratelli d’Italia, il centrodestra non ha mai voluto toccare palla sui temi veri».

E sigillate le prime diffidenze in un baule chiuso a chiave, sono definitivi nel tratteggiare l’alleanza con i dem: «Io oggi sono orgoglioso di essere in coalizione col Pd, perché - prosegue il consigliere regionale uscente - questa è la prima e unica occasione che abbiamo per strappare la Lombardia alla destra».

Ma i candidati del Movimento 5 stelle sono soprattutto concentrati sull’impronta nuova di cui, secondo loro, «la Regione ha bisogno» per scongiurare il crac. Non tanto quello economico, quanto quello sociale, ambientale, comunitario.

Proposte

Le ricette le hanno (così come hanno una squadra eterogenea per competenze ed esperienze). E ce ne sono di tutt’altro che banali: non parlano, per fare qualche esempio, di morti sul lavoro ma di come almeno tentare di evitarle; non si fermano a denunciare la condizione emergenziale delle carceri, ma studiano quali opportunità dare ai giovani che da quell’incubo umano escono. Ad illustrare parte del programma sono i candidati bresciani.

  • I candidati del M5s alla presentazione a Brescia
    I candidati del M5s alla presentazione a Brescia
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  • I candidati del M5s alla presentazione a Brescia
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    I candidati del M5s alla presentazione a Brescia
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    I candidati del M5s alla presentazione a Brescia

A partire dalla capolista Paola Pollini, che si sofferma sul trasporto pubblico: «Molti comuni sono sprovvisti di un trasporto adeguato per studenti, servono più fondi anche per l’Agenzia Tpl. Si conoscono già fermate e zone critiche: si deve ripartire da lì. Ricordandosi che un trasporto più efficiente ridimensiona anche il bullismo».

Accanto a lei ci sono Guido Ghidini («serve potenziare i centri di formazione professionali: 8 giovani su 100 non accedono alle superiori, ma devono essere formati»); Nadia Ramazzini («le criticità ambientali sono sotto gli occhi di tutti: bisogna fare in modo che i fondi vengano spesi bene e bisogna agire sulle cause attraverso politiche di prevenzione, la transizione ecologica è un impegno concreto»); Giorgio Grassi («è importante rendere le cure di carattere psicologico più accessibili»); Cristina Medi Trasca («c’è forte carenza di personale a causa dei tagli alla sanità pubblica in favore di quella privata: della riforma sanitaria si deve occupare chi nell’ambito lavora, basta con le nomine politiche»).

E, ancora: Luca Cremonini («è fondamentale utilizzare le nuove tecnologie per affrontare le criticità ambientali»); Mariarosa Ghitti («sulla cultura a Fontana non va neppure la sufficienza: ha tagliato le risorse pur sapendo che c’è un aumento dell’abbandono scolastico. La Regione deve accaparrarsi i fondi europei e occuparsi di una scuola pubblica che tenda all’eccellenza e che si curi delle disabilità»); Andrea Paccagnella («bisogna ridurre le emissioni: i dati sull’aria sono in peggioramento e Regione deve mettere in campo politiche efficienti»). Sabina Lupo punta i fari sulla sicurezza sul lavoro: «Controlli e sanzioni non sono sufficienti, bisogna parlare di prevenzione. I dati Inail sono allarmanti: in Lombardia siamo a +42,70% di tragedie. Serve una prevenzione operativa con dei team disciplinari», insomma una task force operativa, ricordando che «laddove c’è precarietà non ci può essere sicurezza sul lavoro». Infine, Diego Alessandrini si concentra sui giovani: «È fondamentale tornare a investire sulla scuola dell’obbligo. Ho lavorato molto nei penitenziari e il mio sogno è trasformare le carceri in scuole».

Scenario

Al netto del paniere delle proposte, un balzo di maturità politica nei Cinquestelle si rilegge chiaramente: non sono più incastrati - come erano parsi alle origini - solo nella denuncia iraconda. Lo stile è cambiato. Il vero obiettivo di Conte, se andrà in porto la missione al Nord, è diventare il primo partito nel campo del centrosinistra, con una particolare attenzione al sociale, alle piccole aziende, ma anche ai temi della legalità in filo diretto con l’ambiente.

Sfruttando filoni cari alla sinistra e a un pezzo del Pd che non si riconosce - ad esempio - in alcune alleanze strette con Azione e Iv di Renzi. Fantapolitica? Forse, ma intanto se il Movimento crescerà in Lombardia e i consensi dei dem caleranno, Conte potrebbe puntare a diventare il riferimento politico per un intero campo.

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