Referendum, la politica bresciana: «Al voto il prima possibile»

Per Bazoli e Gelmini la priorità è tornare alle urne. Corsini: ora è finita l'epoca del PdR, il partito di Renzi
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«Resto convinto che fosse una buona riforma. Era una grande occasione che ha perso l'Italia».

Questa la prima reazione di Alfredo Bazoli, parlamentare bresciano del Pd, alla sconfitta del sì al referendum

«Gli italiani hanno votato più su Matteo Renzi che sul merito della riforma. È stata un'ordalia sul presidente del consiglio», commenta Bazoli che pensa a cosa potrà accadere ora: «A questo punto non può che dimettersi avendo puntato tutte le sue carte sul referendum. C'è da fare una legge elettorale e poi andare al voto in tempi rapidi. Il Pd è ancora maggioranza in parlamento e spetterà a noi gestire questa fase di transizione». 

Per l'ex sindaco di Brescia Paolo Corsini, che rappresenta la minoranza interna al Pd e che al referendum ha votato no, «Renzi dovrebbe dimettersi anche da segretario del Pd. La fase del Pdr - partito di Renzi - è finita, ora dobbiamo ricostruire il Pd».

Sul futuro esprime la sua anche Mariastella Gelmini: «Abbiamo fiducia in Mattarella. Non bisogna avere paura di far tornare gli elettori al voto». 

Per l'ex ministro «il ritorno degli italiani alle urne è un dato positivo. La narrazione renziana non ha funzionato e non ha convinto nessuno. Onore a Renzi per il discorso che ha fatto e nel quale si è assunto le responsabilità». 

Gli italiani, aggiunge Gelmini, «hanno mandato un no secco al Governo, ma chiedono a tutta la politica la risoluzione dei loro problemi».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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