Red Dog, addio alle slot: «Ne abbiamo viste di tutti i colori»
Una scelta consapevole e perseguita da parecchio tempo si è finalmente concretizzata: Ivan Previcini e Nicola Casali, titolari del Red Dog di via Papa Giovanni XXIII a Rezzato, sono riusciti a togliere dal loro locale tre slot machine.
Il loro è il secondo locale (il primo fu il bar 46) sul suolo rezzatese a dire «No slot», come recita lo slogan della vetrofania, che il sindaco Davide Giacomini e l’assessore al Commercio Domenico Pasini hanno consegnato ai due soci. La soddisfazione di Previcini e Casali ha tutta l’aria di essere anche la liberazione da una oppressione.
«In questi 11 anni con le macchinette attive ne abbiamo viste di tutti i colori - ci confidano -: storie che fanno male al cuore, persone di tutte le età che ad ogni ora si giocavano anche quello che non aveva, lavoratori che nella pausa pranzo buttavano via il guadagno della giornata quando era poco». E ancora: «Uomini che all’ora di chiusura non voleva uscire dal locale per cercare di rifarsi sino all’ultimo delle perdite, mamme con i figli piccolissimi nel passeggino che non avevano occhi se non per le slot. Abbiamo toccato con mano che realmente il gioco diventa una vera malattia», è il commento dei due titolari, che sottolineano pure un altro problema: la pericolosità delle macchinette per il locale.
Le slot rendono i bar luoghi appetibili per i ladri: «In questo locale abbiamo subìto più di 12 intrusioni, fra tentate e andate segno, esclusivamente perché sapevano che avevamo le macchinette. Un problema anche questo, perché si arriva ad un punto che le assicurazioni si rifiutano di assicurare il locale». Queste problematiche hanno convinto i due soci che la decisione di togliere le slot era giusta. A sancire definitivamente la scomparsa delle tre macchinette è stato poi il cambio di tipologia di locale, che da bar birreria come è stato sino a poco tempo fa ha preso ora la licenza di ristorazione, e va da sé che in un locale dove si mangia non è possibile averle. Togliere le slot machine non è stato comunque facile per via dei vincoli contrattuali: le nuove normative hanno però dato una mano ai due soci.
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