Rapina in posta con la pistola a Urago Mella: arrestati due pregiudicati

Il colpo è stato all’ufficio postale di via Don Vender. Avrebbe fruttato ai due 52enni 4.600 euro
Il coltello e la pistola usati per il colpo alle poste di Urago
Il coltello e la pistola usati per il colpo alle poste di Urago
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Si sono presentati allo sportello delle Poste di via Don Vender, ad Urago Mella, con una pistola semiautomatica e un coltellaccio da cucina. Non dovevano ritirare una raccomandata, né pagare una bolletta, né spedire un pacco. Cercavano solo contanti, tanti contanti, ma non volevano prelevarli dal loro conto.

Sono usciti dalla filiale con 4.600 euro in tasca. Tempo un’ora, però, e si sono ritrovati sul sedile posteriore di una gazzella dei carabinieri, con le mani vuote e bloccate dalle manette. Protagonisti della rapina con capolinea Canton Mombello sono due pregiudicati italiani di 52 anni, con precedenti esperienze sia in fatto di colpi in banca e in posta, sia in fatto di carcere. Il pubblico ministero Carlo Pappalardo contesta loro il concorso in rapina aggravata, nella detenzione di arma clandestina, nel porto di arma bianca e nella ricettazione della pistola.

I due sono entrati in azione all’ora di pranzo di giovedì. Erano passate da poco le 13 quando i due impiegati dello sportello e i clienti dell’ufficio postale di via Don Vender hanno vissuto più di un attimo di autentico terrore. I due uomini, incappucciati, si sono mossi all’interno dell’agenzia puntando le armi verso gli sportelli. La minaccia ha avuto effetto: pochi istanti e le loro richieste sono state accontentate. I rapinatori non hanno perso tempo: hanno infilato la porta d’uscita, sono saliti a bordo di un’auto e sono fuggiti. L’allarme è scattato immediato.

Le pattuglie dell’Arma in servizio hanno fatto tutte rotta su Urago Mella. Una di queste ha intercettato una coppia di uomini smontare da un’auto e salire su un’altra, con particolare fretta. Un veloce controllo ai terminali ha permesso ai carabinieri di scoprire che la prima vettura era rubata, ma anche le generalità dell’intestatario della seconda. Si sono presentati a casa sua e qui hanno trovato quello che sospettavano: parte del denaro (circa 3.000 euro) prelevato in posto. Non solo. Da qui sono risaliti al complice e fatto visita pure a lui, completando il recupero del bottino e degli strumenti del mestiere.

A partire dalla pistola - una Beretta calibro 22 con matricola abrasa e sette colpi nel caricatore utilizzata per convincere il cassiere dello sportello a consegnare il denaro in cassa - per arrivare ai passamontagna utilizzati per cercare di passare inosservati. Accortezza che non ha premiato i due, comunque rintracciati e fermati in strada. Manette ai polsi, poche ore dopo la rapina, i malviventi soni stati condotti in carcere, dove ora attendono l’interrogatorio di garanzia con il giudice delle indagini preliminari.

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