Radio Deejay, 30 anni da (ri)ascoltare
Nata negli anni della... Milano da bere, Radio Deejay - oggetto di una continua evoluzione e trasformazione in quel riuscito mix di musica e parole - si appresta a festeggiare i 30 anni di attività.
La storia comincia nel 1982: Radio Deejay, che trasmette da un appartamento in via Franchetti a Milano, non suona italiano e parla pochissimo: fondata da Claudio Cecchetto sulle ceneri di Radio Music 100, bandisce inizialmente la musica di casa nostra e non contempla interventi di speaker. Sono gli anni in cui la voce di Dave Gahan in «Everything counts» si appresta a consacrarsi come successo internazionale; gli anni in cui Simon LeBon, ancor prima di trasformarsi in promesso sposo cinematografico, regala al mondo «Rio», percorrendo a fianco di band come gli Spandau Ballet il sentiero «new romantic».
Oggi, dopo 30 anni - che compirà ufficialmente il 1° febbraio - le cose in casa Deejay, nel frattempo trasferita nell'attuale sede di via Massena, sono cambiate. Eccome! Da «radio libera» di quelle omaggiate da Ligabue nel suo film «Radiofreccia», Deejay è oggi parte del Gruppo Espresso e annualmente tra il primo e il secondo posto della classifica delle emittenti più ascoltate in Italia.
A fare da metronomo dell'evoluzione sono i nomi che hanno fatto grande la radio: Albertino, per esempio, di anni ne ha 49, di cui 28 vissuti dietro ai microfoni di radio Deejay. E poi Fiorello, Jovanotti, Gerry Scotti, Linus (direttore artistico dal 1996). Che saranno a fianco di Nicola Savino, Platinette, Trio Medusa, Nikki, Vic, Digei Angelo, La Pina, Elio e Le Storie Tese, Max Pezzali, Luciana Littizzetto e dei bresciani Fabio Volo e Andrea e Michele nella festa (sold-out) in programma il 31 gennaio al Forum di Assago.
Deejay è anche Deejay Tv, oggi. In realtà la radio non è (quasi) mai stata slegata dalla tv: la fama nazionale dell'emittente è dovuta anche a «Deejay Television» ideata e condotta da «papà» Cecchetto (che abbandona la sua creatura nel 1995). Per il trentennale della radio, il canale del Gruppo Espresso rinnova il palinsesto e si fa generalista, aprendo da febbraio alle serie Usa più seguite, da «Switched at Birth» a «Le nove vite di Chloe King» passando per «Lincoln Heights».
Questo sebbene la musica «resti al centro della televisione - racconta Linus -: l'intenzione è di trasformare Deejay Tv in una tv giovane in tutti i sensi». Nel nuovo palinsesto saranno confermati gli incontri talk show di «Iconoclast», «Deejay chiama Italia» e «Fino alla fine del mondo». Cui dal 30 gennaio si aggiungerà «30 gradi di separazione», interviste ai nomi storici della radio. E il cerchio si chiude.
«Volevamo fare un programma per l'occasione - spiega Linus - ma rischiavamo di essere retorici e nostalgici». E allora giù interviste ai veterani - Fiorello o Jovanotti - fatte da un giovane digiuno della loro storia. Il claim Anni 80 - «in poche parole tanta musica» - è tramontato. L'attentato del '92 alla sede di via Massena è storia e forse, chissà, anche i dissapori tra Cecchetto e la proprietà. Per adesso si festeggia, con chi la radio l'ha fatta, la sta facendo e con chi ad essa deve celebrità. Il sito di Deejay aggiunge solo una precisazione: «Trent'anni da festeggiare insieme... Tutti vestiti bene!».ra. mo.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato