Questa sarà ricordata come l'estate del caldo anomalo

Nel trimestre chiuso ieri le temperature sono state superiori alla media in cinquantotto giorni
Scena ricorrente. Fontanella e acqua fresca sulla testa - © www.giornaledibrescia.it
Scena ricorrente. Fontanella e acqua fresca sulla testa - © www.giornaledibrescia.it
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Poche ore fa, allo scoccare della mezzanotte di venerdì, l’estate si è ufficialmente conclusa. Parola del calendario meteorologico, che si discosta di circa tre settimane da quello astronomico. Dunque è tempo di bilanci, e come sempre l’ultima parola spetta ai numeri. Niente sensazioni, niente opinioni personali o fantasiose interpretazioni. Per un attimo lasciamo da parte luoghi comuni e analisi superficiali, della serie «in estate il caldo è normale». Sì, è normale, purché non superi certi limiti, che possono essere stabiliti solo grazie ai dati delle stazioni meteorologiche, come quella di Ghedi.

Ed ecco quindi l’inequivocabile responso dei numeri: il mese di giugno è stato più caldo della media di +2,2°C; in luglio l’anomalia si è fermata a +1,4°C e agosto ha completato il quadro, con uno scarto di +2,3°C. Se scendiamo nel dettaglio, il risultato non cambia: dal primo giugno al 31 agosto abbiamo vissuto 58 giornate più calde della media, 26 termicamente normali e solo 8 che posso essere definite come oggettivamente «fredde». Non serve essere esperti climatologi per affermare che si è conclusa l’ennesima estate anomala: il caldo ha superato l’asticella fissata dalla nostra serie storica, che fa riferimento al trentennio 1971-2000.

La temperatura più alta, pari a +35,8°C, è stata raggiunta nel pomeriggio del primo agosto, mentre alle ore 5.55 del 27 agosto abbiamo vissuto il momento più fresco dell’intera stagione, con il termometro dell’istituto Pastori che ha rilevato una minima di +12,0°C. I record di caldo stabiliti in passato sono rimasti imbattuti, ma la costanza delle anomalie termiche ha pesato in modo decisivo sul bilancio finale: non è un caso che l’estate 2018 sia entrata nella «top ten» delle più calde dal secondo dopoguerra ad oggi.

A peggiorare la situazione hanno contribuito i tassi di umidità elevati: un conto è la classica afa padana, da sempre marchio di fabbrica delle nostre stagioni estive, un conto è la cappa asfissiante che ha accompagnato la prima settimana di agosto. A conti fatti non c’è alcun dubbio: abbiamo vissuto un trimestre ben più caldo della media.

Se invece parliamo di pioggia, il quadro è molto variegato, ed è normale che sia così: gli accumuli variano a seconda delle zone e le differenze fra valli e pianure non devono stupire. I temporali estivi si sono concentrati a ridosso dei rilievi, pur con qualche episodio significativo anche in pianura: spiccano i 73 millimetri caduti a Mompiano nella sola giornata del 25 agosto e i 53 millimetri caduti invece in città nella giornata del 16 luglio. La vera anomalia di questa stagione non ha certamente riguardato le piogge, ma le temperature. Il caldo anomalo infatti , per l’ennesima volta, ha rubato ancora la scena.

Piaccia o no, questo è il verdetto dei numeri, che hanno sempre ragione.

 

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