Quattro bresciani in partenza con Mediterranea verso il cuore bombardato di Leopoli

Nella decima missione di MedCareforUkraine ci sono un’ostetrica, due attivisti e il coordinatore Francesco Nastasi
  • L'ambulatorio mobile di MedCareforUkraine
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Cristiana Manenti, Roberto Luterotti, Teresa Tacchini e Francesco Nastasi sono i quattro bresciani in partenza per la decima missione di MedCareforUkraine a Leopoli, operazione medico-sanitaria e di solidarietà che, ormai da un anno, vede impegnati i diversi equipaggi di Mediterranea Saving Humans in aiuto alla popolazione dell’Ucraina.

Tra gli attivisti lombardi in partenza oggi, oltre a cinque operatori dell’equipaggio di terra di Mediterranea Saving Humans Milano, ci saranno Cristiana Manenti e Roberto Luterotti dell’EdT di Mediterranea Brescia; Teresa Tacchini, ostetrica dell’Asst Spedali Civili che entrerà nella gestione dell’ambulatorio mobile che opera a supporto della popolazione; e Francesco Nastasio, specializzando in medicina d’urgenza e capomissione di Mediterranea.

Ritorno a Leopoli

DA REZZATO AIUTI A LEOPOLI

«L’8 luglio torneremo a Leopoli - ha annunciato Nastasio sui social -, dove il progetto MedCare prosegue senza sosta da circa un anno, operando a fianco della popolazione. Sono stati mesi di intense preparazioni e di tanto lavoro, ma la vostra generosità è stata essenziale. Rende tutto questo possibile e ripaga chi ci mette il cuore. Grazie davvero». «Partiremo con un team di 10 attivisti e sanitari - ha aggiunto Nastasio sul sito di Mediterranea - per portare rifornimento al nostro ambulatorio medico mobile, con farmaci e presidi sanitari, e aiuti umanitari per i campi profughi che assistiamo. La nostra è una presenza continuativa da ormai un anno, e grazie alla continuità riusciamo a sostenere le persone sotto le bombe con maggiore efficacia. Avevamo già in programma la missione di rifornimento, ma sappiamo che troveremo persone spaventate da quanto appena successo».

I bombardamenti

Il riferimento del coordinatore è al recentissimo bombardamento ai danni di Leopoli, risvegliatasi la mattina del 6 luglio fra le macerie e i pianti. La metropoli ucraina è stata presa di mira di nuovo, dopo mesi di tregua apparente, dalle bombe di Putin e nell’attacco è stato distrutto un condominio e sono state danneggiate decine di edifici. Il bombardamento ha provocato almeno cinque morti e nove feriti, con una settantina di persone sfollate.

In occasione dell’attacco il team MedCareforUkraine ha immediatamente trovato riparo nei rifugi, ma anche dal sottosuolo le esplosioni sono state avvertite in maniera chiara.

Il racconto. «Il palazzo colpito - hanno raccontato i volontari in Ucraina - si trova infatti nel centro della città, e conta circa 50 appartamenti, proprio nei pressi del Politecnico dove sono ospitati 300 sfollati che assistiamo nell’ambito del progetto MedCare for Ukraine, e a poche centinaia di metri in linea d’aria dalla nostra sede logistica. La struttura universitaria ha riportato danni, moltissime finestre dei dormitori sono andate in frantumi, generando il panico tra gli studenti e i profughi di guerra ospitati nelle strutture universitarie».

Gli aiuti

DA REZZATO AIUTI A LEOPOLI
Ancor più provvidenziale si rivela la nuova missione di MedCareforUkraine a Leopoli, col trasporto lombardo che recapiterà aiuti di ogni genere raccolti anche grazie alla generosità dei bresciani. Non solo cittadini e cittadine. Molte le realtà economiche scese in campo per aiutare, come Federfarma, che ha coinvolto molte delle sue farmacie nella donazione di medicinali; il pastificio Flavio Pagani di Rovato, che ha donato pacchi di pasta; la ditta Daina di Montirone, che ha offerto pacchi di carta igienica. Con loro Office Store e Tecnoplast per la cancelleria, il Calzificio Saber e il Serilogo con la stampa di materiale

 «Il nostro grazie - ribadiscono da Mediterranea - va anche alle tante associazioni che hanno voluto darci una mano e agli Amici del Calabrone, che ci hanno messo a disposizione il van per il trasporto». Tutto l’equipaggio di terra di Mediterranea ha lavorato e lavora con chi è in partenza, compresa la dottoressa Donatella Albini, del coordinamento sanitario di MSH, già imbarcata sulla Mare Jonio, nave che aspetta i permessi per rimettersi in mare a salvare persone. Sui canali social di Mediterranea sarà possibile seguire la missione, a cominciare dalla consegna del materiale raccolto.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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