Quartieri, si vota il 2 dicembre: 170mila bresciani alle urne
L’agenda della partecipazione è (quasi) completata. Dopo i primi tre anni di «debutto sperimentale», la road map istituzionale che accompagnerà il rinnovo dei Consigli di quartiere è tracciata: domenica 2 dicembre si vota per scegliere i nuovi rappresentanti dei 33 borghi urbani. Una chiamata alle urne che riguarderà 170mila cittadini aventi diritto al voto: questo, indicativamente, sarà infatti il «corpo elettorale» chiamato ad esprimersi, una platea di elettori che include i bresciani che al 2 dicembre abbiano compiuto 16 anni e coloro che, anche se extracomunitari, risiedono in città da almeno cinque anni.
Come funziona. Le consultazioni (per le quali non servirà raggiungere il quorum) saranno organizzate seguendo il canovaccio della tornata scorsa. Tradotto: ai cittadini sarà presentata una lista unica di (auto)candidati e ognuno potrà esprimere, per il quartiere in cui risiede, fino a due preferenze, purché il secondo nome indicato rispetti la parità di genere. Anche il numero dei quartieri resterà invariato: l’idea di ridurli non ha infatti trovato consensi in primis tra i consiglieri attuali. «Ho chiesto a chi ha lavorato in questi anni un parere perché c’era l’ipotesi di ridurre i Consigli a una quindicina, ampliando le zone - spiega l’assessore alla Partecipazione, Alessandro Cantoni, alla regia della partita -. Ma nessuno era favorevole, perché gli oneri e gli impegni sarebbero diventati ingestibili, così come il carico di lavoro che, bisogna sempre ricordarlo, è volontario e quindi del tutto a titolo gratuito». Per quanto riguarda le operazioni di voto, l’orientamento della Loggia è di mantenere i 229 seggi, garantendo così più di una postazione per zona. Seggi che potrebbero prolungare l’orario di apertura rispetto a quello proposto nel 2014, quando il voto è stato possibile dalle 8.30 alle 20.30 (si pensa invece, se sarà possibile, di tenere le porte aperte fino alle 22). Per poter esprimere le preferenze sarà necessario presentarsi con il solo documento di identità (non servirà quindi munirsi di tessera elettorale).
Le candidature. Le consultazioni per l’individuazione delle autocandidature per un posto nei nuovi Consigli di quartiere saranno indette con ordinanza del sindaco Emilio Del Bono almeno 50 giorni prima del voto (tradotto: entro il 12 ottobre). Contestualmente l’assessore Cantoni convocherà - entro il 1° novembre - le Assemblee di quartiere per la formalizzazione delle candidature, che devono essere corredate da almeno dieci firme di residenti del quartiere e ufficializzate entro la data della riunione dell’assemblea. Stabilito il calendario della macchina organizzativa, si inizia però ora a lavorare sul regolamento degli organismi, un documento che - alla luce dei questa prima esperienza - la Loggia intende modificare attraverso un lavoro congiunto e condiviso con le opposizioni e con i suggerimenti di chi, in questi anni, nei Consigli di quartiere ha lavorato. Proprio sulla scia delle prime interlocuzioni l’assessore Cantoni ha elaborato una proposta che varia principalmente sette punti dell’attuale documento. Proposta che, a giorni, sarà illustrata, discussa e vagliata in Giunta, Commissione e Consiglio comunale.
Cosa cambia. Quali, in sintesi, le modifiche proposte? Alzare il numero dei consiglieri: resterebbero cioè 11 per i quartieri sopra i 12mila abitanti; 9 per quelli sopra i 7mila (ora è sopra gli 8mila); e salirebbero da 5 a 7 i rappresentati dei borghi fino a 7mila residenti. Il disegno di Cantoni prevede poi la «nascita» della figura del vicepresidente e istituisce la puntualità nella stesura dei verbali delle riunioni (che dovranno essere recapitati al Comune, per la pubblicazione online, entro 30 giorni). Non solo. Importanti novità riguarderanno il ruolo del presidente che dovrà rappresentare il Consiglio di quartiere «con spirito di collegialità» da regolamento. «Questo - sottolinea l’assessore - perché chi presiede deve ricordare di non poter parlare a titolo personale ma rappresentare i consiglieri». Tanto che sarà introdotta la possibilità di sfiduciare il numero uno dell’assemblea, purché la decisione avvenga con la maggioranza assoluta del Consiglio. Le ultime due proposte di modifica puntano a conferire maggior autorevolezza agli organismi. Se cioè l’Assemblea dei presidenti finora era convocata solo dalla Loggia, per la prossima tornata, un terzo dei presidenti potrà chiedere (e ottenere) di indire il vertice. Infine, in occasione dell’approvazione del bilancio comunale e di progetti di rilievo, la Giunta «consulterà i Consigli» da regolamento, atto che finora era invece «opzionale».
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