Quarant'anni in divisa e un quarto di secolo alla Polizia Postale: il saluto di Davide Costa

In pensione il sostituto commissario che ha retto l'unità investigativa bresciana in anni di profonda trasformazione
Il sostituto commissario Davide Costa salutato dal questore di Brescia Eugenio Spina - © www.giornaledibrescia.it
Il sostituto commissario Davide Costa salutato dal questore di Brescia Eugenio Spina - © www.giornaledibrescia.it
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Quarantuno anni con la divisa della Polizia di Stato. Per il sostituto commissario Davide Costa è giunta l’ora della pensione. Bresciano della Bassa, 60 anni, attuale responsabile del personale di polizia giudiziaria in servizio alla Procura dei minori, il suo nome resta legato anzitutto ad una stagione di profonde trasformazioni vissuta dalla sezione di Polizia Postale che ha guidato per 25 anni, fra il 1993 e il 2018.

Dai «709» al cybercrimine

Una specialità chiamata a mutare pelle e acquisire competenze in un ambito, quello digitale, esploso in pochi anni. Sembrano lontanissimi i giorni in cui ad internet ci si collegava tramite modem a 56k e doppini telefonici, quando un piccolo «dialer» accidentalmente scaricato da ignari utenti della rete dava vita a connessioni tramite «numerazioni a valore aggiunto»: i famigerati «709», dal prefisso che veniva composto automaticamente. Ne derivò la proliferazione di bollette stratosferiche, per una scivolosa vicenda fraudolenta che impose a Costa e ai suoi colleghi la gestione di oltre 6.000 denunce.

Polizia Postale - © www.giornaledibrescia.it
Polizia Postale - © www.giornaledibrescia.it

Solo un’anticipazione, in un mondo che mutava, delle nuove frontiere del cybercrimine, inesistente quando nel 1983 Costa scelse la divisa: ecco allora phishing, sms e mail dai link truffaldini, attacchi hacker e malaware, raffinati raggiri bancari, clonazioni di carte di credito e frodi internazionali via social, con casi che fecero scuola e finirono anche sulla ribalta della cronaca nazionale. Nel gestirli Costa, che tanto impegno ha profuso anche sul fronte della prevenzione, aprendo un dialogo costante con scuole e altre istituzioni, ha sempre accostato il tratto della profonda umanità a quella dell’investigatore.

Apprezzamento

Competenze che ha poi messo a disposizione della Polgai nel periodo che lo ha visto tra i docenti della scuola di polizia giudiziaria, e ancor più nel delicato ruolo in cui ha concluso la sua carriera. Lo ha sottolineato anche la procuratrice dei minori, Giuliana Tondina, che ha ringraziato Costa per l’aver saputo adattare rapidamente il suo approccio alle finalità peculiari del processo minorile, nel corso della partecipata cerimonia di commiato, tenutasi nella mattinata alla biblioteca della Procura dei minori.

La sede della Procura dei minori di Brescia - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
La sede della Procura dei minori di Brescia - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it

Davvero numerosi i colleghi incrociati nei lunghi decenni di impegno che non sono voluti mancare al momento di saluto, come pure il segretario provinciale del Sap, Paolo Faresin, che ha subito invitato Costa nelle fila del sindacato, e il questore Eugenio Spina, che ha avuto parole di profondo apprezzamento per il pensionando, ricordandone tra l’altro l’attaccamento all’incarico attuale, in favore del quale ha rinunciato anche al grado di commissario (pur avendone maturato i requisiti) visto il trasferimento ad altro ufficio che ne sarebbe derivato.

L'ispettore Alberto Colosio, a sinistra, sostituirà alla Procura dei Minori, il sostituto commissario Davide Costa - © www.giornaledibrescia.it
L'ispettore Alberto Colosio, a sinistra, sostituirà alla Procura dei Minori, il sostituto commissario Davide Costa - © www.giornaledibrescia.it

A salutarlo anche l’ispettore Alberto Colosio, che lasciando come lui la Polizia Postale di Brescia, lo sostituirà a breve negli uffici di corso Cavour. Costa - che all'impegno professionale ha sempre accostato anche la passione da cronometrista nelle competizioni automobilistiche - non ha nascosto l’emozione e ha avuto parole di sincera gratitudine per tutti i colleghi. Al termine della cerimonia ha esibito con orgoglio il berretto dell’uniforme, assicurando che non lo appenderà al fatidico chiodo: «Poliziotti si resta sempre».

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