Quando trasloco si diceva «Fare San Martino»

La ragione è agricola: a novembre finiva l'annata agraria e i mezzadri o i braccianti potevano non vedersi rinnovare il contratto
Fare San Martino, il trasloco dei contadini - © www.giornaledibrescia.it
Fare San Martino, il trasloco dei contadini - © www.giornaledibrescia.it
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«L'è dre a fa Sa Martì»: chi non l'ha sentito dire a una nonna o a una zia? Qui «Fare San Martino» sta per trasloco. Ma perchè? Presto detto: dobbiamo tornare a quando la maggior parte delle persone lavorava in campagna, nei campi. La stagione agricola allora finiva proprio a novembre, dopo la semina. Ecco che i braccianti e i mezzadri potevano restare senza lavoro perchè il proprietario dei campi non aveva rinnovato loro il contratto per l'anno successivo.

Il contadino quindi, che abitava nella cascina per la quale lavorava, doveva anche cambiare casa: ai primi di novembre, il giorno di San Martino, caricava su un carretto figli, materassi, stoviglie e quei pochi mobili che possedeva e si avviava verso la cascina per la quale avrebbe lavorato l'anno successivo.

Se non aveva ancora un nuovo contratto doveva andare nella piazza di un paese dove per tradizione proprietari e contadini si incontravano e cercare un nuovo lavoro.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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