Qualità dell’aria a Brescia, la battaglia passa alle proposte

Fierro (Europa Verde): «Stop alle auto in centro e aiuti ai privati per l’efficientamento». Rolfi (Lega): «Più forestazione»
Smog a Brescia (foto d'archivio) - © www.giornaledibrescia.it
Smog a Brescia (foto d'archivio) - © www.giornaledibrescia.it
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Dalla battaglia alla proposta, passando per un dibattito pubblico costruttivo. Ma con una premessa imprescindibile: che si ammetta che la situazione non è buona. Il pomo della discordia è quello che ha tenuto banco in questi giorni, trasformandosi quasi in un braccio di ferro tra Verdi e la Loggia: la qualità dell’aria di Brescia.

A dirlo, chiaramente, è il portavoce di Europa Verde Brescia, Salvatore Fierro, che nei giorni scorsi ha presentato un esposto al Ministero della transizione ecologica e alla Prefettura: «Quella sull’aria inquinata non è una "polemica" ma un dibattito pubblico che vogliamo aprire con la cittadinanza per capire se Brescia è sulla strada giusta per uscire da questa emergenza tanto dannosa per i nostri polmoni e la nostra salute». Che risponde punto per punto al sindaco Emilio Del Bono dopo che quest’ultimo, con gli assessori, ha elencato le azioni messe in campo in questi due mandati, primo fra tutte lo sprint sulla mobilità pubblica.

Il confronto

Sotto accusa il livello di smog, Fierro propone lo stop alle auto in centro - © www.giornaledibrescia.it
Sotto accusa il livello di smog, Fierro propone lo stop alle auto in centro - © www.giornaledibrescia.it

«Constatiamo che la linea del sindaco Del Bono è la stessa della Regione e dei governi che negli ultimi dieci anni hanno scansato le reprimende dell’Ue. Ma - rimarca Fierro - restano violati clamorosamente i limiti di Pm10 su tutte e tre le centraline della città, e la Corte di Giustizia che ha conclamato la sanzione per l’Italia, di cui Brescia è responsabile, sottolinea che per le emissioni di No2 i piani non sono sufficienti perché vanno valutati in base ai risultati ottenuti. E i risultati ottenuti a Brescia non sono mai scesi sotto la soglia consentita. Non essere al primo posto dell’ultima classifica annuale sull’inquinamento dell’aria basta a rassicurare il sindaco - attacca il portavoce dei Verdi - ma non basta di certo ai cittadini».

Parlando di trasporto pubblico, la tesi è lapidaria: le politiche attive, precisa Fierro, si misurano sull’efficacia, non sulla quantità. «Sorprende che pur avendo la spesa più alta pro capite per il trasporto pubblico in Lombardia con 316 euro per abitante contro i 129 di Bergamo, la quota di utenti del trasporto pubblico sia tra le più basse della regione: solo il 12%». Le proposte? Eccole: «In città con l’auto si può entrare fino in centro per poi parcheggiare in piazza Vittoria rendendo vana la spesa per i trasporti pubblici. Il fatto che l’orografia del territorio favorisca l’accumulo di inquinanti, non può essere una giustificazione per alzare bandiera bianca nella lotta allo smog».

Europa Verde non punta il dito solo contro la Loggia, anzi: le responsabilità, ricorda, sono anche di Regione e Governo. Ma «il sindaco ha la responsabilità della salute dei cittadini». Per questo - rimarca Fierro - «non bastano i progetti di efficientamento energetico di alcuni edifici pubblici, ma bisogna agevolare i privati a farli. A partire da una tirata d’orecchie ad A2A che deve modificare il regolamento che impedisce alle famiglie che usano il teleriscaldamento di avviare le ristrutturazioni».

Prospettive

Ad intervenire, e a replicare a Del Bono, è anche l’assessore regionale all’Agricoltura Fabio Rolfi: «Giovarsi per la qualità dell’aria di Brescia è come affermare che una persona con la febbre a 40 è guarita se la temperatura scende di un grado. Utilizzare i dati del 2021 è poi bizzarro visto che ci sono state restrizioni, zone rosse e smart working. A bocciare il lavoro di Del Bono e della Giunta - incalza l’assessore - sono state la Corte europea e l’Agenzia europea per l’ambiente. Servono un lavoro istituzionale congiunto e scelte strutturali, insieme alla capacità di incidere di più sulla programmazione regionale e nazionale. Il problema non è solo bresciano, è vero, ma il primo a dare colpe esclusive al Comune è stato Del Bono che nel 2013 ha vinto le elezioni promettendo di cambiare l’aria».

Come migliorare?

Una veduta aerea del sito Caffaro - © www.giornaledibrescia.it
Una veduta aerea del sito Caffaro - © www.giornaledibrescia.it

«Si deve mettere in campo un grande progetto di forestazione urbana e alzare il livello di tutela del verde. Su questo fronte, in nove anni, si è visto poco: le tangenziali sono ancora senza fascia boscata, il Comune non ha mosso un dito sul progetto del bosco urbano sui terreni agricoli zona Caffaro e non ha beneficiato, se non parzialmente, dei fondi regionali per i boschi di pianura». Fierro è perentorio, ma in questi mesi non è l’unico a chiedere di più alla Loggia: anche il movimento Fridays for future e Legambiente hanno presentato varie proposte e proprio gli esponenti bresciani del cigno verde avevano «strigliato» il Comune, perché «le cinque proposte per l’aria discusse in Consiglio comunale nel 2019 sono rimast lettera morta». Perché, allora, non approfittare di questa contesa, trasformandola davvero in un tavolo di lavoro costruttivo con impegni e scadenze?

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