Qualità dell’aria, esposto dei Verdi: «Serve un’ordinanza statale»

La denuncia, recapitata a Mite e Prefettura, parte da Brescia: «Un ambiente salubre è un diritto»
Sotto accusa i valori di Pm 2,5 e di biossido di azoto - © www.giornaledibrescia.it
Sotto accusa i valori di Pm 2,5 e di biossido di azoto - © www.giornaledibrescia.it
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Respirare senza ammalarsi di inquinamento è un diritto. E va tutelato. Dopo l’ennesima sonora bocciatura della Corte di Giustizia Europea che, per la seconda volta, indica Brescia come una delle «zone rosse» per la pessima qualità dell’aria, Europa Verde passa alle carte bollate e presenta un esposto ufficiale.

Un documento nel quale si mette in fila la giurisprudenza in materia ambientale e si «batte cassa» a Roma: lo Stato - è la richiesta - deve emettere un’ordinanza «urgente e contingibile, senza ulteriori indugi e richieste, sulla base dei principi stabiliti dal Codice dell’ambiente e in attuazione ai principi di precauzione, correzione, sviluppo sostenibile e leale collaborazione».

Responsabilità

A protocollare la denuncia - per conto del portavoce provinciale di Europa Verde Brescia, Salvatore Fierro - è stato l’avvocato Francesco Paolo Perez di Paratico che, venerdì 13 maggio, ha inviato il documento sia al Ministero della transizione ecologica sia alla Prefettura. Sul banco degli imputati entrambi i parametri contestati dall’Ue, a partire dalle Pm 2,5, perché «il superamento dei limiti è ancora in corso». Si legge nell’atto: «Particolarmente allarmante è il dato relativo all’esposizione, rispetto al quale Brescia è stata indicata come la provincia peggiore tra gli oltre mille territori nazionali» presi in esame.

«Addirittura - ricorda Europa Verde nella denuncia - è stato rilevato il primato di Brescia in Italia e in Europa per tasso di mortalità da polveri sottili». A questo si aggiunge poi la recente sentenza che «inchioda» Brescia sul fronte biossido di azoto (No2), nella quale è stato accertato il mancato rispetto «continuativo e sistematico» del valore limite, oltre che la mancata adozione di misure efficaci. Europa Verde non ci gira attorno e nell’esposto sottolinea come sia «di tutta evidenza» che «i piani regionali e provinciali siano risultati del tutto carenti e inefficaci», ma richiama direttamente Roma alle sue responsabilità.

Nella revisione del Titolo V della Costituzione - recita il testo - «è stata prevista la potestà legislativa esclusiva dello Stato in materia di tutela dell’ambiente. Ciò significa che spetta allo Stato salvaguardare una tutela congrua e uniforme in tutto il territorio». Secondo l’avvocato, insomma, da un lato «deve essere garantito il diritto ad un ambiente salubre» e, dall’altro, «deve essere assicurato un livello minimo di qualità dell’ambiente, che sia uniforme su tutto il territorio nazionale».

Di qui la richiesta formulata sia al prefetto Maria Rosaria Laganà, in quanto rappresentante del Governo sul territorio, sia al ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani: emettere un’ordinanza urgente e contingibile. «L’urgenza di provvedere trova fondamento nella necessità di rimediare nel più breve tempo possibile alle conseguenze drammatiche dell’inquinamento sull’ambiente e sulla salute della popolazione.

Conseguenze che, altrimenti, diventerebbero irreversibili» rimarca Fierro. Che aggiunge: «La Loggia, interpellata, come al solito gioca a scaricabarile e sta mettendo a dura prova salute, cambiamenti climatici e anche la nostra pazienza. Dovrebbero tirare le somme del fallimento e dimettersi o, quantomeno, farsi carico delle sanzioni comminate e non scaricarle sulla popolazione che già vive sulla propria pelle gli effetti nocivi dell’inquinamento. Qui - conclude Fierro - non si tratta di una sterile polemica, ma della necessità di avviare una seria riflessione politica da accompagnare alle legittime denunce alla magistratura presentate, con ulteriori aggiornamenti, nei giorni scorsi».

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