«Puntare su diagnosi, tracciamento e screening»
Cresce, alla luce dell'andamento della pandemia, la preoccupazione da parte dell’Ordine dei Medici di Brescia. Sulla carta si potrebbe tornare a saturare gli ospedali - come già sta avvenendo nel Milanese - e le terapie intensive, e questa è una realtà a cui nessuno vuole arrivare.
Per il presidente dell’Ordine dei Medici di Brescia Ottavio Di Stefano, non si è adeguatamente approfittato della tregua estiva per compiere tutto il necessario per mettersi al riparo, ma alcune azioni possono ancora essere fatte. Dal potenziamento delle strutture e delle risorse umane sul territorio all’attuazione di un vero coordinamento tra le istituzioni che prenda decisioni e vari interventi non solo per le diagnosi tempestive ma anche per il tracciamento dei contagi e l’individuazione dei focolai fin che si è in tempo. Quantomeno a Brescia, visto che a livello nazionale la situazione è già fuori controllo per il contact tracing.
Fondamentale, ritiene Di Stefano, il ruolo dei test rapidi come strumento di screening ripetibile da organizzarsi in base a target ben precisi di popolazione.
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