Psicologo a scuola, perché gli studenti bussano alla sua porta
Sarà il primo sportello di ascolto psicologico del Comune aperto in una scuola superiore. Anzi, saranno due: uno in ciascuna delle sedi cittadine del Cfp Scuola bottega, in via Carducci e in via Ragazzi del ’99.
Ottocento studenti in tutto: «I ragazzi - spiega la dirigente scolastica Maria Piovesan - entrano nella nostra scuola con percorsi scolastici piuttosto accidentati, a volte non hanno speranze e pensano di non farcela. Poi recuperano fiducia in se stessi e consapevolezza delle proprie capacità. Hanno bisogno però di essere ascoltati».
L’ascolto (in supporto al ruolo dei docenti, che rimane centrale, ha ribadito Piovesan) sarà garantito ogni venerdì dalle 8 alle 13, per un totale di 50 ore previste da qui a giugno.
Il progetto è attivo da quattro anni nelle venti medie della città, per il biennio 2016-18 ha visto uno stanziamento di 35mila euro ed è seguito dalla cooperativa Fraternità creativa, che ha coinvolto 11 psicologi per un totale di 1.350 ore di ascolto. Nei primi quattro mesi di attività di quest’anno scolastico sono 650 i colloqui richiesti dagli studenti: molti si sono fermati a una sola consulenza, mentre per 373 ragazzi si è aperto un percorso (di durata variabile).
Nel dettaglio, si tratta di 223 femmine e 150 maschi, 131 studenti sono poi provenienti da famiglie di origine straniera. A illustrare il tipo di difficoltà manifestate dagli studenti è Stefano Chiari, responsabile del servizio di Formazione della cooperativa: «Soprattutto problematiche di relazione e di gestione delle proprie ansie, con la paura di non corrispondere alle aspettative».
Tradotto in numeri, 110 ragazzi si sono rivolti al servizio per difficoltà di relazione: con i coetanei in classe (60) o fuori dalla scuola (29), oppure con gli insegnanti (21). Una settantina di studenti hanno riportato poi episodi di ansia e paura del giudizio, altri 70 circa si sono invece rivolti allo psicologo per problemi in ambito familiare. Solo un episodio di bullismo conclamato: in questo caso, come in altri, lo psicologo inizia un percorso con l’intera classe. Uno studente ha infine ammesso di avere una dipendenza da telefono e videogiochi.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato