Provincia: le elezioni del presidente slittano a gennaio e perdono il 70% dei candidati

Sono 145 i sindaci in scadenza di mandato e ineleggibili. Le proteste del centrodestra
PROVINCIA, ESCLUSI 145 SINDACI
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Il voto per l’elezione del presidente della Provincia slitta a gennaio. E questo esclude di fatto 145 sindaci bresciani, il 70% circa del totale, dalla possibilità di candidarsi a guidare il Broletto. Il tema è stato sollevato ieri pomeriggio dal centrodestra, in Consiglio. In un’interrogazione firmata da Giacomo Zobbio, consigliere comunale di Lumezzane in quota Lega, si chiede conto al presidente uscente, Samuele Alghisi, di quando abbia intenzione di convocare le elezioni, avendo 90 giorni di tempo a partire dalla fine di ottobre. Val la pena ricordare che con la «riforma Del Rio» il Consiglio provinciale è composto solo da sindaci e sono i primi cittadini della provincia ad eleggere, tra uno di loro, il presidente.

Tema dirimente

Il centrodestra pone quindi un tema dirimente visto che la legge impone che, per potersi candidare a ricoprire lo scranno più alto in Broletto, un sindaco deve avere di fronte almeno altri 18 mesi di mandato. Nella primavera del 2024 andranno al voto 145 Comuni bresciani e per poter garantire anche a questi primi cittadini di candidarsi alla presidenza della Provincia bisognerebbe votare non più tardi di novembre. «Purtroppo - ha spiegato in aula Alghisi - non sarà possibile. Per preparare il voto ci vogliono almeno 40 giorni e poi ci sono alcuni temi importanti che vorremmo portare a compimento. Il voto slitterà, credo a gennaio». Ergo: il 70% dei sindaci attuali non sarà candidabile.

I consiglieri del centrodestra ritengono al contrario possibile il voto entro dicembre così da evitare «l’esclusione, poco democratica, di molti primi cittadini». «Una decisione molto chiara del presidente - aggiungono in una nota -. La legge è demenziale, ma è mancata la volontà politica della sinistra di trovare una soluzione inclusiva». A questi sindaci, che andranno al voto nel 2024, esclusi da questa scelta, bisogna inoltre aggiungere (sono una quindicina) quelli per i quali si andrà al voto nella primavera del 2023.

Il bilancio

Si è conclusa così la seduta del Consiglio provinciale convocata per approvare il bilancio consolidato del 2021. Bilancio che si è chiuso con un attivo nella gestione di poco più di 23 milioni di euro, a fronte dei quasi 38 milioni del 2020. Le entità consolidate della Provincia sono il Cfp Zanardelli, l’Ufficio d’ambito, l’agenzia del Trasporto pubblico locale, l’Associazioni comuni bresciani, Acque bresciane, Garda Uno, Centropadane Srl e Autostrade Centropadane Spa.

Hanno chiuso in negativo l’Acb, di circa 23mila euro, e Autostrade Centropadane, di oltre 170mila euro. Anche l’agenzia del Tpl ha un negativo cosiddetto tecnico: quest’anno non ci saranno aumenti del costo del biglietto dei trasporti pubblici e la Provincia, che detiene il 45%, dovrà stanziare 300mila euro sul 2022 per compensare i mancati introiti. Il patrimonio consolidato supera il miliardo e 300 milioni di euro, in crescita di circa 150 milioni rispetto al 2020.

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