Provincia, ancora trattative in corso per l’assegnazione delle deleghe
Le indiscrezioni arrivano solo dopo le strette di mano e i congedi reciproci nel Consiglio provinciale di ieri. D’altronde la concitazione è evidente, il clima è sempre più rovente e gli sguardi di tutti sono rivolti ad un unico grande tema, diventato prima caso e ora quasi tabù: l’assegnazione delle deleghe provinciali.
Dopo l’assemblea lampo in Broletto sono riprese a flusso continuo sull’asse centrosinistra-centrodestra le trattative, che hanno ormai un peso specifico persino eccessivo nello scenario politico locale. Lo stesso presidente della provincia di Brescia Emanuele Moraschini affretta il passo e si dirige verso i corridoi del palazzo, promettendo presto sorprese.
Oggi potrebbe essere il giorno
Ad assise conclusa i toni prima rilassati e unanimi si irrigidiscono: c’è chi parla di «ingordigia», chi di «scandalo». L’aria è frizzante da tempo, a tratti rarefatta. E nei corridoi si vocifera che oggi potrebbe essere il giorno dell’attesa fumata bianca. Il presidente si dice sicuro, almeno stavolta. Ma non è dato sapere se abbia o meno un asso nella manica. Lui non si sbilancia in dichiarazioni ufficiali: era «no comment» a marzo, è un «no comment» ad inizio aprile. Ma l’ottimismo che faceva trasparire è bastato per scuotere gli animi.
Di fumate nere, d’altronde, ce ne sono state fin troppe: anche due settimane fa, dopo il primo Consiglio provinciale operativo dell’era Moraschini, sembrava che l’accordo tra le parti potesse essere imminente e invece all’inizio della Settimana Santa lo stallo è quasi il medesimo. Il neopresidente aveva lanciato a più riprese (e invano) l’ultimatum a trovare la quadra. «Bisogna fare in fretta a beneficio dell’ente e della sua reputazione, affinché possa funzionare a regime», aveva detto al Giornale di Brescia con più di una punta di amarezza. Ma finora gli appelli non sono stati seguiti da convergenze.
I nodi da risolvere
Così i nodi da sciogliere in queste ore restano diversi: tra questi, il centrosinistra che vorrebbe il Territorio cedendo il Bilancio al centrodestra. Quest’ultimo invece vorrebbe per sé sia Edilizia scolastica che Lavori pubblici - le due deleghe col portafogli più pieno - mentre a sua volta il centrosinistra vorrebbe tenere almeno la scuola. Un effetto domino di ostacoli.
Una cosa è certa: se lo stallo bresciano non è ancora record nazionale, non manca molto. Sono infatti trascorsi oltre due mesi dall’elezione del sindaco di Esine a guida della Provincia - era il 29 gennaio scorso - e nessuno (forse nemmeno i diretti interessati) si aspettava una tale difficoltà di dialogo e di mediazione tra le parti politiche. C’è chi pensa che l’imminente corsa primaverile per la Loggia e la relativa campagna elettorale abbiano esacerbato gli animi tra gli schieramenti già nella «prova del nove» della Provincia; e c’è chi invece continua ad accusare l’altro di essere chiuso e poco incline a smussare i contrasti.
Così ora occhi e riflettori non possono che puntare tutti verso Moraschini e la sua capacità di mediazione tra le parti. Vedremo se il clima pasquale lo aiuterà a trovare una quadratura condivisa.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato