Provincia alle urne per il nuovo consiglio

Il presidente firmerà il decreto nelle prossime ore, col centrodestra unito possibile il «ribaltone». La data probabile: il 24 febbraio
Palazzo Broletto, la sede della Provincia di Brescia - Foto  © www.giornaledibrescia.it
Palazzo Broletto, la sede della Provincia di Brescia - Foto © www.giornaledibrescia.it
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L’ufficialità si avrà solo nei prossimi giorni, quando il presidente Samuele Alghisi firmerà il decreto di convocazione dei comizi elettorali. Ma la Provincia è comunque pronta a tornare alle urne. A due anni dalle elezioni di metà mandato che hanno rinnovato il consiglio provinciale (8 gennaio 2017), l’assemblea di Palazzo Broletto va infatti cambiata. E la data già fissata nella bozza di calendario che circola negli uffici provinciali è quella di domenica 24 febbraio.

Una data che consentirebbe all’attuale consiglio di approvare il bilancio di previsione 2019 nella prima metà di febbraio e di tenere a una distanza di sicurezza le amministrative di primavera, quando 147 comuni bresciani sceglieranno i loro nuovi amministratori. E visto che a eleggere il nuovo consiglio provinciale saranno sindaci e consiglieri comunali, la fine di febbraio è considerata la «data migliore» per evitare cortocircuiti istituzionali (anche se a votare saranno amministratori in gran parte «in scadenza»). Il piano B è il 10 marzo.

A oggi la roadmap prevede che Alghisi firmi il decreto di convocazione dei comizi entro il 15 gennaio, 40esimo giorno prima del voto. Le liste elettorali andrebbero poi presentate tra domenica 3 e lunedì 4 febbraio. I tempi sono stretti, entro la settimana si deciderà. Di certo resta la confusione attorno al tema Province. Il 31 ottobre è stato eletto il nuovo presidente, Alghisi. Ma il Governo ha voluto tener distinta l’elezione dei consigli. Così l’assemblea è rimasta in carica mentre il presidente è stato rinnovato.

Con la possibilità che dopo il voto Alghisi si ritrovi senza maggioranza. Oggi il consiglio (composto da 16 consiglieri) vede la lista di centrosinistra «Comunità e territorio» avere otto posti. Con il voto del presidente è di fatto «autonoma». Forza Italia conta 3 consiglieri, la Lega 2, le due civiche di centrodestra un consigliere a testa. Infine la civica di sinistra, con un consigliere. In vista del voto è possibile che il centrodestra ritrovi l’unità perduta («siamo al lavoro» spiegano i vertici dei partiti). Cosa che, a un primo calcolo, potrebbe consentire a Lega e Forza Italia di strappare un consigliere al centrosinistra.

Dall’altra parte della barricata, invece, appare quantomeno improbabile che la sinistra non presenti una propria lista e confluisca in quella targata Pd. Prima del risultato, bisognerà fare i conti con la composizione delle liste. Possono candidarsi sindaci e consiglieri. Ma, come detto, in primavera 3 comuni bresciani su 4 andranno al voto. Se il consigliere provinciale eletto dovesse poi decadere da consigliere comunale, dovrebbe lasciare anche il posto in Broletto. Dopo soli due mesi. Ecco perché le liste saranno con probabilità farcite da nomi presi da Comuni che non andranno al voto. O da sindaci uscenti che, anche in caso di sconfitta, avranno un posto assicurato in consiglio comunale.

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