Prove di democrazia diretta: quando i cittadini decidono le opere da fare

I bilanci partecipativi: l’esperienza di Palazzolo e di Villanuova dove oggi i residenti vanno alle urne
Una veduta di Villanuova sul Clisi - Foto © www.giornaledibrescia.it
Una veduta di Villanuova sul Clisi - Foto © www.giornaledibrescia.it
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È un esempio di democrazia diretta. Un esperimento che allarga gli spazi di decisione dei cittadini, invitati prima a proporre e poi a scegliere con il voto alcune opere pubbliche che il Comune dovrà attuare. Si chiama bilancio partecipativo. Nella nostra provincia è stato sperimentato solo in due paesi. A Palazzolo per due volte, fra il 2018 e il 2020, e a Villanuova, all’esordio.

Oggi (dalle 8 alle 19) e domani (dalle 8 alle 14) i residenti di Villanuova possono recarsi in municipio per premiare uno fra gli undici progetti finalisti. Possono votare anche i ragazzi e le ragazze dai 13 anni in su, proprio per sottolineare l’apertura dell’iniziativa a tutta la comunità, sia nella fase della proposta che in quella della decisione. «Abbiamo coinvolto anche le scuole come forma di educazione civica», commenta il sindaco Michele Zanardi.

Trasparenza

Il bilancio partecipativo non è un atto solo formale. Richiede uno sforzo organizzativo da parte del Comune e la risposta positiva dei cittadini. Singoli, gruppi, associazioni, enti, classi scolastiche, comitati possono proporre progetti concreti entro la cifra stabilita dall’Amministrazione comunale. Nel caso di Villanuova, 25mila euro.

«Per questo primo anno abbiamo stanziato risorse limitate, ma la cosa importante è il cambio di paradigma introdotto dalla novità», spiega Zanardi. «Si parla tanto di rendere il palazzo del Comune trasparente per recuperare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, anche locali. Ecco, il bilancio partecipativo è un segnale in questo senso», aggiunge il sindaco. Una sperimentazione tanto più significativa in tempi in cui l’astensione degli elettori è arrivata a cifre record.

I progetti

Oggi e domani i cittadini di Villanuova possono scegliere tra il forno sociale per la produzione di pane e la stazione di bike sharing nel parco delle scuole elementari; fra gli interventi per valorizzare l’Isolo e quelli per rendere fruibile il Monte Covolo; fra il Museo del Novecento e le aree attrezzate per i cani. Solo per citare alcuni progetti. Sedici quelli presentati da 178 cittadini; undici i selezionati per la fase finale.

«Finora - dice Zanardi - è stato un esperimento molto positivo di partecipazione. Non era scontato. Andremo avanti per un triennio, siamo fiduciosi che questo cammino possa proseguire sempre meglio».

L'esperienza di Palazzolo

A Palazzolo, almeno per ora, l’esperienza è sospesa. «Abbiamo interrotto per via delle elezioni comunali e perché serviva il tempo per realizzare i progetti votati nelle prime due edizioni», spiega il sindaco Gianmarco Cossandi: «La nostra idea è continuare». Lo scorso ottobre, assegnando gli incarichi nella nuova Giunta, Cossandi ha attribuito anche quella per il bilancio partecipativo. «Le due edizioni sono state un’esperienza positiva, sia in termini di partecipazione dei cittadini che di realizzazione degli interventi scelti», commenta il sindaco. Alla prima edizione contribuirono circa duemila cittadini con trentatré progetti. «In un contesto di crescente disinteresse verso la politica - aggiunge il primo cittadino di Palazzolo - questi esempi di democrazia diretta sono utili. Aiutano a ricostruire il legame fra le Amministrazioni comunali e i cittadini».

Dello stesso parere è Cristina Tedaldi, sindaco di Leno e presidente dell’Associazione Comuni Bresciani. «I bilanci partecipativi - riconosce - sono una bella forma di coinvolgimento dei cittadini. Ce ne sono anche altre, diverse, magari meno dirette, ma comunque preziose. Ogni volta che un Comune amplia le possibilità di partecipazione alle scelte degli amministratori è un bene». Certo, commenta Tedaldi, bisogna tenere conto delle dimensioni, delle risorse economiche e delle capacità organizzative dei singoli Comuni. Questi processi richiedono uno sforzo da parte degli uffici. «Ognuno può scegliere la forma che vuole. Attraverso assemblee, incontri - conclude Tedaldi - l’importante è sollecitare e ascoltare la voce dei propri cittadini». La premessa della democrazia.

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