Protesta contro il ddl Pillon: «Rivedere l’affido dei figli»
Il no al disegno di legge Pillon sull’affido condiviso lo hanno ribadito forte e chiaro. L’associazione Libertà e Giustizia, «Se non ora quando?», Casa delle donne di Brescia, Cgil e Uil, con il supporto di altre realtà della società civile, dell’associazionismo democratico e di altri movimenti delle donne hanno spiegato le ragioni della loro bocciatura del disegno di legge firmato dal senatore leghista Simone Pillon, con un presidio, in contemporanea con altre città d’Italia, organizzato in corso Zanardelli.
Presidio che si è poi unito con il corteo, partito da piazza Vittoria, di «Non una di meno», la mobilitazione pure promossa livello nazionale per dire no al ddl Pillon. Gisella Bottoli per Libertà e Giustizia e Wanda Romagnoli per «Se non ora quando?» hanno sintetizzano i motivi del no: «In primis il fatto che il disegno di legge dia per scontato che la genitorialità consista in una semplicistica divisione a metà dell’affido dei figli.
E noi siamo contrari a questa divisione rigida che non tutela assolutamente i figli. E poi bocciamo le altre voci del ddl, quali l’imposizione di tempi paritari e della doppia domiciliazione, la residenza dei minori e la mediazione obbligatoria a pagamento. Inoltre i capitoli del ddl rischiano di andare a discapito delle donne, la parte in genere economicamente più debole della coppia e di intaccare la normativa antiviolenza». Intervenute anche il vicesindaco Laura Castelletti e il consigliere Donatella Albini, rimarcando il loro no al ddl Pillon.
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