Pronti a fermare i bulldozer con un muro di uomini e donne

Le preoccupazioni dei cittadini di via Ferri, via Foro Boario, via Carini e via Berardo Maggi
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Di lasciare le loro case non ne hanno alcuna intenzione e si dicono pronti a contrapporre ai bulldozer di Rfi un muro di uomini e donne determinati a non cedere alle lusinghe di un'offerta economica. Sono gli abitanti di via Ferri, via Foro Boario, via Carini, via Berardo Maggi, zone interessate dal passaggio del Tav, il treno ad alta velocità, che stralciato lo shunt di Montichiari, dalla stazione di Brescia dovrebbe continuare la sua corsa in direzione est verso Sant’Eufemia.

Al momento non c’è alcun progetto, ma le intenzioni di Ferrovie dello Stato paiono essere quelle di un raddoppio della linea storica, scelta che avrebbe come conseguenza la demolizione di un numero ancora imprecisato di abitazioni. I cittadini, con il sostegno del coordinamento No Tav Brescia - Verona si stanno organizzando, spaventati dall’incertezza che li circonda e dal silenzio della politica. 

TAV TRA LE CASE, IL PUNTO

Ma la realizzazione di una nuova coppia di binari è l’unica ipotesi possibile per consentire al Tav di attraversare la città? «Ci sono tre modi per rispettare la normativa Cee sul Corridoio 5: infrastrutture che permettono ai treni di raggiungere i 300 km orari; l’ammodernamento delle linee ferroviarie esistenti, 250 km orari, oppure un Tav da 200 km all’ora, che interessa territori particolarmente fragili e quindi da difendere. Questo progetto di Alta velocità che Rfi vuole realizzare a Brescia non è l’unico compatibile con le norme europee».

Nel teatro della parrocchia Sante Capitanio e Gerosa gli abitanti dei quartieri hanno incontrato Fausto Scappini, avvocato amministrativista e legale del coordinamento No Tav Brescia-Verona. Alla luce di quanto è emerso i cittadini pretendono un colloquio con il sindaco di Brescia, Emilio del Bono, per avere chiarimenti su quanto sta realmente accadendo. «Rendere più moderna la linea attuale è fattibile – insiste l’avvocato Scappini –. E’ quello che ha fatto Debora Serrachiani nella Regione di cui è presidente, il Friuli». «Del Bono ci deve dire con chi sta – aggiungono i cittadini – con noi o con Rfi».

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