Pronta la casa dell’accoglienza dove ritrovare l’autonomia
L’emergenza Covid ha messo a nudo quanto fosse precaria l’illusione di vivere costantemente nella tranquillità e quanto lungimirante fosse il progetto della Società San Vincenzo di costruire una struttura in via Carducci per ospitare persone senza dimora, italiane e straniere. Offrire un tetto amico e un buon letto è da 120 anni l’obiettivo principale del Dormitorio San Vincenzo. Per dare risposte adeguate ai tempi servono però strumenti costantemente rinnovati; un obiettivo che nei decenni ha preso corpo nell’incontro di migliaia e migliaia di volti, persone che hanno trovato un luogo dove sentirsi meno soli. Il progetto.
Cambiano le esigenze, e così anche le pareti dell’accoglienza si devono adattare. Questa è la casa di accoglienza per donne, anche con bambini, e uomini, che si è fatta espressione del progetto OspitiAmo inaugurata ieri, operativa da quasi un mese, edificata in un terreno di oltre 2.500 metri di proprietà comunale, dietro l’Esselunga di via Milano. Un grande progetto «per coloro che sono ai margini, i più fragili, per aiutarli con ancora maggiore forza a recuperare dignità e autonomia», per usare le parole di Magda Gnutti Ciocca, vicepresidente dell’associazione Dormitorio San Vincenzo onlus.
Il progetto «ha saputo individuare problemi emergenti legati al tema del welfare» secondo la motivazione con cui Fondazione Cariplo ha scelto di erogare un assegno di 500mila euro. Regione Lombardia - rappresentata all’inaugurazione dagli assessori Alessandro Mattinzoli e Fabio Rolfi - ha aggiunto altrettanto. Un milione di euro per premiare un progetto «emblematico». Ecco quindi realizzato il progetto OspitiAmo (la raccolta fondi lanciata dal Giornale di Brescia e dalla Fondazione della Comunità Bresciana), «una grande chiamata collettiva alla generosità di una terra che non ha mai mancato di rispondere agli appelli di chi ha bisogno», come ha sottolineato la presidente del Consiglio centrale della San Vincenzo, Ornella Martinelli
Al secondo piano del grande complesso sono stati costruiti otto alloggi bilocali, confortevoli e accoglienti, che potranno ospitare circa 20 persone (oggi ci sono 33 ospiti maschi e 15 femmine). Gli appartamenti saranno utilizzati per effettuare percorsi di sviluppo delle capacità autogestionali, in previsione di una vita in autonomia. Al piano terra si trovano, invece, portinerie, sale tv, soggiorni, lavanderie, cucina, ambulatorio, sala da pranzo e un grande locale che potrà essere usato anche per iniziative aperte al quartiere. «Si celebra oggi un traguardo molto importante per la città dopo un percorso accidentato - ha osservato il sindaco Emilio Del Bono -. Gli ostacoli che hanno generato perplessità pregresse sono stati superati. Segno di una comunità che trova la forza di arrivare alla comunione se prevale il bisogno». In conclusione della cerimonia, il vescovo monsignor Pierantonio Tremolada, sottolineando che «la povertà ha mille volti ed è per i cittadini dimenticati che è nata questa struttura che ben rappresenta i bresciani», ha impartito la benedizione alla nuova casa di accoglienza.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato