Progetto tram di Brescia, nel preventivo ci sono 11 milioni per espropri e indennizzi
I numeri chiave da ricordare sono: 2025 (l’accensione della macchina dei cantieri), 2030 (il primo viaggio sui binari), 133 (le aree inserite nell’elenco degli espropri) e 139 (le zone che verranno «occupate temporaneamente», durante i lavori).
Eccola, in estremissima sintesi la road map pratica, da vademecum, di uno dei progetti infrastrutturali che caratterizzerà la Brescia del futuro: il tram. A tratteggiare il suo cammino e ad aggiornare i consiglieri, ieri pomeriggio in Loggia, è stato il vicesindaco e assessore alla Mobilità Federico Manzoni nel corso della Commissione presieduta da Francesco Tomasini. E se le buone notizie non mancano, a farsi largo è però anche la preoccupazione legata a chi, lungo il tracciato, vive e abita: dai cittadini interessati dagli espropri (alcuni presenti in Aula, tra il pubblico) fino ai commercianti.
Tempi e costi
Andiamo con ordine. Due le novità (positive) sostanziali: la prima è che la Conferenza dei servizi decisoria, step amministrativo fondamentale, «ha restituito un esito positivo»; la seconda è che la Loggia ha prorogato i termini per presentare le osservazioni legate all’intricato capitolo degli espropri al 5 febbraio (la scadenza era inizialmente prevista il 20 gennaio). Qualche dato più puntuale: il progetto prospetta un costo dell’opera di oltre 426 milioni di euro (426.379.661,68 per la precisione). Di questi, il finanziamento che Brescia si è accaparrata dal Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti copre la quasi totalità: 422.637.020,27 euro. Il tram dovrebbe costare quindi al Comune 3.742.641,41 euro in totale. Un conto però destinato a crescere certamente su due fronti: il capitolo indennizzi (11 milioni) e il capitolo sottoservizi.
Sul fronte tempi, il cronoprogramma prevede di chiudere il capitolo espropri entro febbraio, quindi di arrivare entro il 31 maggio all’approvazione del progetto definitivo in Consiglio comunale, così da espletare la gara d’appalto e la contestuale progettazione esecutiva (che sarà affidata direttamente all’impresa che si aggiudicherà il bando) nell’arco di un anno: nello specifico, tra settembre 2024 e settembre 2025. Se questa scaletta verrà rispettata, i cantieri si metteranno in moto da ottobre dell’anno prossimo per concludersi quasi cinque anni più tardi, tanto che l’entrata in esecuzione del tram è preventivata per aprile 2030.
Espropri
Arriviamo alla patata bollente: gli espropri e gli «effetti collaterali» dei cantieri, che andranno inevitabilmente a mangiarsi alcuni spazi preziosi, come i parcheggi.
Di quanti espropri si tratta? Le parti interessate sono 133, di cui 39 già urbanizzate (tradotto: si tratta di strade, marciapiedi, spazi aperti). In numeri si parla di 111.654 metri quadrati, di cui 86.900 dedicati a depositi e parcheggi scambiatori. Complessivamente il tram è realizzato in sede propria per il 72% del tracciato.
È l’opposizione con Giovanni Posio e Carlo Andreoli (FdI), da un lato, e con Massimiliano Battagliola e Fabio Rolfi (Civica), dall’altro, a dare voce alle preoccupazioni raccolte dai residenti, a partire da chi abita alla Pendolina dove «viene espropriata l’intera area verde condominiale oltre che una quarantina di parcheggi». Una zona, in particolare quella di via Montiglio, che lo stesso Manzoni non nasconde essere «l’unica vera criticità», assicurando che «sono in corso le interlocuzioni» e che «c’è la volontà di collaborare e trovare una soluzione». Un metodo che rilancia anche il presidente della Commissione: «Vogliamo che la condivisione di questa opera sia il più larga possibile, da qui il nostro impegno a coinvolgere la Commissione, i Consigli di quartiere e i cittadini nei vari passi» ribadisce infatti Tomasini.
Gli spazi di cantiere
All’elenco degli espropri se ne aggiunge però un secondo: le 139 proprietà che verranno occupate in modo temporaneo, vale a dire per la durata necessaria per i cantieri, mentre la servitù riguarderà 155 zone di cui 53 condomini. «Una mappatura puntuale dei singoli cantieri via per via - ha chiarito il vicesindaco - non è in questo momento possibile: potrà essere realizzata solo una volta definito il progetto esecutivo».
Di qui, l’altra sollecitazione delle opposizioni, che chiedono di «mettere a preventivo un budget per i ristori di chi subirà un danno economico derivato dalla realizzazione dell’opera». Budget che Brescia Mobilità e Loggia hanno in effetti già preventivato in 11 milioni di euro e che, al momento, è così composto: 8 milioni per la partita espropri e tre milioni per gli eventuali indennizzi. Infine la comunicazione, «alla quale - specifica il direttore generale della multiutility dei trasporti Marco Medeghini - teniamo molto: al momento sono stanziati 4 milioni di euro».
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