Profughi ucraini, apre in via Morelli l'hotspot sanitario

Attivo da giovedì 17 marzo per tamponi, vaccini e tessere sanitarie. Per i documenti resta operativa la Questura
PROFUGHI, HOTSPOT IN VIA MORELLI
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È attivo da domani, giovedì 17 marzo, nell’area spettacoli viaggianti di via Morelli a Brescia - dove già c’è l’hub vaccinale - il nuovo hotspot sanitario per i profughi ucraini. A dettare le disposizioni organizzative per la gestione degli esuli è stata Regione Lombardia che già lo scorso 7 marzo, con nota vergata dal direttore generale al Welfare, Giovanni Pavesi, aveva invitato tutte le Ats lombarde ad attivare almeno due centri hotspot in grado di garantire al loro interno una presa in carico di primo livello di queste persone.

Sulle pagine del nostro giornale l’assessore Fabio Rolfi aveva anticipato le intenzioni del Pirellone, immaginando però che in via Morelli, oltre agli aspetti sanitari, i profughi potessero sbrigare anche quelli amministrativi, oltre a trovare un primo approdo dopo la fuga dalle bombe.

Documenti e sanità

«Le pratiche di registrazione dei nuovi arrivi verranno espletate sempre in Questura - chiarisce il prefetto di Brescia, Maria Rosaria Laganà - dove ci si dovrà rivolgere per avere i documenti necessari alla permanenza nel nostro Paese. È chiaro che per l’espletamento degli aspetti sanitari (tamoni, vaccini, tessera sanitaria, ndr), la parrocchia non poteva che essere un luogo provvisorio».

Superata l’emergenza del primo momento, a partire da giovedì mattina alle 8 e fino alle 16, in via Morelli sarà aperto un hotspot dedicato, gestito sempre dagli Spedali Civili. Così sarà dal lunedì al venerdì, mentre il sabato l’accoglienza dei profughi avverrà dalle 8 alle 12.30. Da venerdì 18 sarà attivo l'hotspot a Lonato per l’azienda sociosanitaria del Garda, mentre nei prossimi giorni aprirà anche il centro a Chiari per la Asst Franciacorta.

«Considerando la conformazione del nostro territorio - spiega Claudio Sileo, direttore generale di Ats di Brescia - ho ritenuto di dover chiedere l’attivazione di tre centri, tante quante sono le Asst che fanno capo a noi». Resta fuori la Valcamonica, che fa capo a Ats della Montagna.

Presa in carico

I tre hotspot garantiranno spazi più adeguati a gestire un flusso crescente di profughi: martedì erano 1541 quelli arrivati complessivamente nel Bresciano. «La presa in carico di primo livello - continua Sileo - comprende tutti gli aspetti sanitari, dai tamponi alle vaccinazioni anti Covid-19, dalle vaccinazioni dell'infanzia alle visite mediche di screening, per verificare lo stato di salute di queste persone. In più svolgeremo le pratiche amministrative per il rilascio della tessera sanitaria ai bambini e alle donne incinte e il codice STP (Straniero temporaneamente presente,ndr) per tutti gli altri». Per garantire il livello di prestazioni necessario in questa fase dell’emergenza, l’Ats garantisce, se richiesto dalle Asst, anche la presenza nei tre hotspot di medici Usca.

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