Procuropoli, magistrati bresciani: «I coinvolti via dal Csm»

Documento dell'Anm di Brescia: dalle carte spuntano le trattative romane per i ruoli vacanti di procuratore generale e procuratore capo
Palagiustizia, gli uffici giudiziari di via Lattanzio Gambara - © www.giornaledibrescia.it
Palagiustizia, gli uffici giudiziari di via Lattanzio Gambara - © www.giornaledibrescia.it
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I magistrati bresciani si schierano contro i colleghi coinvolti nello scandalo che ha travolto il Consiglio superiore della magistratura. «Lascino il Csm i consiglieri che si sono autosospesi» è il messaggio che arriva al termine di una riunione fiume che si è tenuta nel pomeriggio di ieri a Palazzo di Giustizia. L’Anm di Brescia sposa così la linea nazionale dell’associazione magistrati. «Chi direttamente coinvolto nell’indagine di Perugia rassegni le immediate dimissioni dall’incarico istituzionale per il quale, evidentemente, non appare degno». Una presa di posizione che arriva dopo che da un’informativa della Guardia di Finanza si è saputo che nelle lunghe notti di trattative romane si parlava anche delle possibili pedine da spostare proprio a Brescia.

È quanto emerge dalle carte dell’indagine per corruzione che vede indagato il magistrato Luca Palamara, ex presidente dell’Anm. Il primo effetto dello scandalo sarà il ritardo delle nuove nomine. Anche per Brescia. Era già stata messa in agenda per giugno la seduta del Csm dalla quale sarebbe dovuto uscire il nome del successore di Tommaso Buonanno alla guida degli uffici della Procura, ma i tempi si allungano.

Dodici le candidature presentate e tra queste ci sono quelle avanzate anche da magistrati finiti nelle discussione al centro dell’inchiesta. Luca Palamara si sarebbe infatti messo di traverso sul nome di Giuseppe Borrelli, procuratore vicario di Napoli in corsa per Perugia e Brescia. Per guidare i magistrati umbri Palamara avrebbe preferito che fosse nominato Francesco Prete, altro nome presente nella lista dei dodici candidati bresciani.
 

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