Procuropoli, Castelli: «Non è magistratura, mi sento tradito»

Dura presa di posizione del presidente della Corte d’Appello di Brescia, sullo scandalo al Csm
Claudio Castelli - © www.giornaledibrescia.it
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Si sente tradito. «E come me larga parte dei magistrati italiani». Claudio Castelli, presidente della Corte d’Appello di Brescia, venti anni fa è stato componente del Consiglio superiore della magistratura, oggi finito nella bufera per lo scandalo che ha coinvolto alcuni consiglieri.

Il Presidente Mattarella ha detto che si è toccato il punto più basso...
«Sono d’accordo. Quello che è avvenuto, soprattutto l’incontro notturno con esponenti politici per parlare di nomine, è di una gravità senza pari. Abbiamo assistito all’intromissione di esponenti politici che viene tollerata nel migliore dei casi, invocata nel peggiore dei casi, da parte dei componenti del Csm. È inammissibile».

È davvero così stupito?
«Sono completamente stupito. Il fatto che ci fossero accordi, mediazioni e compromessi per certi versi è fisiologico. Il problema è che qui si parla di uno scambio fuori da ogni ambito istituzionale. Quello che è emerso però non è la magistratura italiana. Non è la normalità».

Non è arrivato il momento di sciogliere le correnti che dettano i tempi e i modi delle nomine in magistratura?
«No perché si creerebbero subito dopo dei nuovi gruppi. Nel migliore dei casi avresti gruppi su basi politiche diverse e dall’altro dei grandi gruppi a livello localistico. Sarebbe una lotta a chi è più forte».

Meno correnti e più curriculum almeno?
«Dovrebbe essere così anche oggi. Dovrebbe. Quando si valuta chi deve diventare dirigente bisogna farlo non nell’interesse del magistrato, ma solo nell’interesse del servizio».

Brescia aspetta le nomina del procuratore capo e del procuratore generale. Ci saranno ritardi?
«Un minimo di stasi è inevitabile. Non penso però saranno tempo lunghi. Forse sono ottimista, ma penso che al massimo si possa spostare tutto solo di un mese». Di che figure ha bisogno Brescia? «Come consiglio giudiziario lo abbiamo già chiesto a novembre scorso e lo ribadiamo: Brescia non venga affrontata come ufficio di serie B. Serve un’istruttoria accurata per avere un procuratore capo forte, autorevole e prestigioso perché la procura oggi è piena di magistrati giovani che hanno scarsa esperienza, ma che sono estremamente bravi. E quindi serve una guida forte».

Lo scandalo Csm può incidere sulla scelta?
«Può incidere positivamente perché si cercherà di trovare la persona più adatta. Dopo quanto emerso al Csm ho scritto a tutti i magistrati di questo distretto. Ho detto loro che continuino ad agire a testa alta e con la schiena dritta senza vergognarsi di essere magistrati».

 

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