Processo Anas El Abboubi, chiesti 7 anni di carcere
Il pm di Brescia Erica Battaglia ha chiesto la condanna a sette anni di carcere per Anas El Abboubi, foreign fighters italiano di origine marocchina di 26 anni. Sul giovane, di cui si sono perse le tracce, pende un mandato di cattura internazionale.
Il marocchino ha studiato, diffuso il Jihad, formato un suo gruppo e cercato di far proselitismo. Si è addestrato sull'uso delle armi e sulla preparazione di ordigni. Poi è partito, da Vobarno per la Siria, per combattere sotto i vessilli dell'Isis. «Per fortuna è partito - ha sottolineato il pm Erica Battaglia - altrimenti avrebbe colpito in Italia, magari proprio a Brescia».
La pubblica accusa dunque non ha dubbi: Anas El Abboubi si stava addestrando al terrorismo internazionale e per questa ragione deve essere condannato, anche se non si esclude che, nel frattempo, l'imputato sia caduto sul fronte siriano ad inizio del 2014.
È questa la richiesta formulata dal pm nel corso del processo che si sta celebrando in Corte d'assise a carico del marocchino di casa a Vobarno arrestato nel giugno del 2013 dalla Digos di Brescia che aveva intercettato sue conversazioni in internet con soggetti radicalizzati di mezza Europa e scoperto, nel suo computer, sopralluoghi virtuali a luoghi sensibili della provincia e del capoluogo bresciani, quali caserme e stazioni.
Per i difensori di Anas El Abboubi deve essere assolto: si è limitato ad informarsi sulla Jihad - hanno affermato l'avvocato Giovanni Brunelli e Nicola Mannatrizio, citando le sentenze di Riesame e Cassazione che esclusero la sussistenza di indizi di colpevolezza a carico del giovane - e non può essere condannato solo per essere partito per la Siria. La Corte d'assise ha aggiornato per repliche e sentenza al 23 gennaio
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