Primo maggio 2020 senza festa e cortei
Non sarà il solito Primo maggio. Celebrazioni contenute, nessun corteo né discorsi dai palchi, niente feste, nemmeno l’ombra di un concerto. Il Primo maggio dei lavoratori bresciani e italiani sarà a casa. Ed è proprio da qui, dal tavolo al quale si pranzerà con la famiglia o affacciati alla finestra per respirare un’aria che non sia quella di una stanza, che parte la ricerca della fraternità. Perché se è evidente che non sarà possibile gioire fianco a fianco, è altresì vero che lo spirito che anima la celebrazione civile è intatto, forse da riscoprire.
La pandemia di Covid-19 ha infatti trasformato radicalmente, con gli effetti più forti che ancora si devono far sentire, il panorama occupazionale. Con l’aprirsi della Fase due e la ripartenza di molte aziende ancora all’orizzonte, la cassa integrazione è diventata l’unica fonte di reddito per milioni di persone. Lo smart working si sta imponendo come forma principale di operatività in molti settori. Tante attività restano invece chiuse e molti sono coloro che rischiano di perdere la propria fonte di reddito.
I sindacati, che oggi tradizionalmente si fanno promotori delle celebrazioni, hanno deciso di non far mancare la loro voce, anche in un momento così fuori dall’ordinario. Stamattina alle 9 i segretari generali bresciani delle tre sigle Cgil, Cisl e Uil (oltre a Bertoli saranno presenti Alberto Pluda e Mario Bailo) si ritrovano in piazza Loggia, luogo dove sempre si è tenuto il comizio conclusivo della festa. Qui, a nome di tutti i lavoratori bresciani, deporranno una corona di fiori alla stele dei caduti della strage del 28 maggio 1974.
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