Primo giorno per il vaccino in farmacia: «Il servizio piace»

Il ministro Speranza ha aggiornato le scadenze: «Dal primo dicembre toccherà ai 40-60enni»
VACCINI ANCHE IN FARMACIA
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«È veramente importante, una responsabilità grandissima»: lo dice la dottoressa Francesca Bignetti dopo aver vaccinato sei persone tra i 65 e i 90 anni. Nelle sue parole c’è soddisfazione, tensione che si allenta, orgoglio e gioia.

La farmacista di Pompiano ha inoculato Pfizer a sei ultrasessantenni in pausa pranzo e così farà per quattro giorni alla settimana: «Ho molte richieste tanto che ho prenotazioni fino a fine anno». Qui si vaccina solo quando le serrande sono abbassate per seguire il paziente durante l’iter, e tutta la fiala di Pfizer viene usata: il tempo è calibrato per anamnesi, vaccino e tempo di osservazione.

«La fiala viene scongelata nella farmacia interna del Civile - spiega la dottoressa Bignetti - io poi diluisco e preparo le sei dosi». Che vanno consumate tutte, per non buttare il farmaco. La prima giornata, nonostante la normale tensione della prima volta, è stata soddisfacente: «Ho fatto fatica ad addormentarmi, ma sono contenta. Ho scelto di vaccinare perché penso che sia qualificante per la mia professione. E in molti mi hanno espresso la loro soddisfazione».

La partenza per le 38 farmacie bresciane che vaccinano contro il Covid-19 è alla spicciolata: c’è chi si sta organizzando, chi sta attendendo le fiale, chi raccoglie le prenotazioni. Tra le aderenti c’è la farmacia Schiavo di via Trieste, in città. Qui si parte oggi. «Per il primo giorno abbiamo scelto di accogliere sei prenotazioni - spiega Vanessa Pea, responsabile delle prenotazioni - poi vedremo come va, anche in base alla disponibilità della titolare, l’unica a vaccinare». Una possibilità che piace molto, quella di vaccinarsi in farmacia: «Abbiamo molte prenotazioni per le prossime settimane, ma c’è anche chi, fatti i conti dei sei mesi, ha già prenotato l’appuntamento per gennaio e febbraio».

A Mazzano, alla Farmacia Ferrari, il giorno X sarà domani. Qui a vaccinare ci sono ben sei farmacisti. «Abbiamo allestito uno spazio separato - spiega la dottoressa Giulia Ferrari - e le somministrazioni avverranno solo in determinate mattine, poi vedremo come andranno le richieste e potremo così calibrare l’offerta. Per novembre siamo già quasi pieni». Le prenotazioni vengono effettuate in modo da riempire tutti i sei posti. Nessuno vuole sprecare nemmeno una dose. «Quello che notiamo - aggiunge - è che in molti apprezzano il servizio perché la farmacia di riferimento è vicino a casa, il professionista è una persona che conoscono e della quale hanno fiducia». Federfarma. «Quella dei vaccini è una macchina che si sta lentamente mettendo in moto. Siamo sulla strada giusta - dice la presidente di Federfarma Clara Mottinelli -. Il farmacista è il sanitario di riferimenti per molti. Speriamo di migliorare e continuare su questa strada».

Per ora in farmacia si inoculano solo terze dosi per ultrasessantenni e sanitari, ma questo è solo il primo passo: «La terza dose la consideriamo strategica - ha comunicato ieri alla Camera il ministro della Salute, Roberto Speranza -. È stato deciso di proseguire per fascia anagrafica, dal primo dicembre saranno chiamati al richiamo, alla terza dose, i cittadini di età tra i 40 e i 60 anni. Facciamo un passo in avanti perché la terza dose è un tassello importante nella lotta al Covid». La terza dose, che va inoculata a sei mesi dalla conclusione del ciclo vaccinale, in Italia «è stata somministrata ad oggi a 2,5 milioni di cittadini»

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