Premio Ranzanici a Piera Stretti per il suo impegno per le donne

I tanti anni passati alla «Casa delle Donne» e la rete dei Centri antiviolenza «Il coraggio di chi denuncia»
Piera Stretti, fondatrice e anima della Casa delle Donne a Brescia dagli anni Settanta - Foto © www.giornaledibrescia.it
Piera Stretti, fondatrice e anima della Casa delle Donne a Brescia dagli anni Settanta - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Domani al Teatro Sociale, alle 18, si terrà la cerimonia di consegna del Premio Bulloni 2021, il riconoscimento alla bontà dedicato all'avvocato Pietro Bulloni che fu il primo prefetto della città dopo la Liberazione. Per partecipare bisogna registrarsi a questo link. Il Ranzanici è uno dei premi collegati al Bulloni.

«Attribuire questo premio solo a me è improprio. Questo riconoscimento va innanzi tutto alle donne che hanno avuto il coraggio di rivolgersi ai centri antiviolenza, e poi a tutte le operatrici e alle professioniste di Casa delle Donne che hanno lavorato con l’associazione in questi anni. Solo dopo arriva a me. So che la segnalazione è arrivata dal sindaco di Bedizzole, Cottini, e la cosa mi rende davvero contenta perché io sono orgogliosamente una ragazza di Bedizzole, migrata poi a Brescia negli anni Settanta». A Piera Stretti, al suo impegno contro ogni forma di violenza sulle donne, va il riconoscimento Nica e Candida Ranzanici. Un premio che «devolverò a Casa delle Donne - spiega - per creare un fondo a favore di una ragazza afgana». A dimostrazione di quell’attenzione e sensibilità che da sempre caratterizzano il suo operato.

Sono oltre novemila - dal 1989 ad oggi - le donne che si sono rivolte all’associazione prima e a uno dei centri antiviolenza poi. Donne di tutte le età che sono riuscite a contattare telefonicamente le volontarie formate ad hoc per un ruolo così delicato, e che sono state poi aiutate, grazie alle psicologhe e alle legali, in strutture di primo e di secondo livello nonché sostenute nel loro percorso per ottenere autonomia e indipendenza. «Migliorare la condizione femminile è una mio impegno in quanto donna» afferma decisa Piera Stretti. Il percorso è stato lungo e articolato. «Dai primi collettivi negli spazi in via Volturno che avevamo occupato nel 1975, in cui organizzavamo manifestazioni per rivendicare i diritti delle donne, con slogan che di fatto hanno cambiato la società, siamo arrivate a costituire la Rete antiviolenza istituita nel 2014 dalla Regione Lombardia, con il Comune di Brescia come ente capofila, e della quale fanno parte necessariamente il nostro Centro antiviolenza insieme al sistema sanitario, di accoglienza, di sicurezza e giudiziario con anche il "Cerchio degli uomini maltrattanti"».

I primi anni era tutto affidato all’inventiva delle fondatrici, adesso invece la rete è dotata di una specifica normativa e di garanzie anche a livello internazionale. Negli anni Casa delle donne da via Volturno si è spostata in via San Faustino 38, in locali oggi dati in comodato d’uso dal Comune. «Abbiamo a disposizione anche un appartamento in cui abbiamo aperto una struttura di ospitalità di secondo livello per donne che stanno affrontando un percorso, magari insieme ai loro figli, per raggiungere la loro autonomia».

Nel frattempo però dalla Rete antiviolenza di Brescia sono gemmate altre Reti territoriali in Valcamonica, in Valtrompia e sul Garda, con altri centri antiviolenza come riferimenti. «C’è più sensibilità - registra Piera Stretti - anche grazie a una normativa che impegna le forze dell’ordine e i servizi sociali a indirizzare le signore che sono vittima di violenza, di qualsiasi tipo, in uno dei centri creati sul territorio». Tra le attività che più impegnano la Casa delle donne oggi, una parte importante è quella relativa alla ricerca di un posto di lavoro, un elemento fondamentale per sostenere l’indipendenza e l’autonomia di una donna.

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