Premio Paolo VI a Sergio Mattarella, il card. Re: «Una vita per il bene comune»
La politica come forma altissima ed esigente della carità. Le parole di papa Montini racchiudono il senso dell’assegnazione del premio Paolo VI al presidente della Repubblica Sergio Mattarella: la cerimonia sarà trasmessa dalle 11.30 anche sul sito del GdB, in collaborazione con Vatican Media.
«Con il premio attribuito a Sergio Mattarella l’Istituto Paolo VI - ha spiegato il presidente dell’istituzione montiniana, don Angelo Maffeis - intende esprimere il suo apprezzamento per una vita dedicata al servizio del bene comune, in un impegno politico ispirato ai valori cristiani e, insieme, rigoroso nel servizio delle istituzioni civili. In Sergio Mattarella è inoltre possibile riconoscere l’erede di una grande tradizione di politici cattolici che hanno pensato e contribuito a realizzare l’Unione Europea come spazio di convivenza pacifica e democratica tra i popoli». La cerimonia è in programma questa mattina alle 11.30 in Sala Clementina in Vaticano: il premio verrà consegnato da papa Francesco; tradizionalmente infatti l’assegnazione avviene per mano del pontefice.
Rispetto
Negli otto anni al Quirinale Sergio Mattarella si è sempre dimostrato restio ad accettare riconoscimenti pubblici, «ma dietro il sì al premio Internazionale Paolo VI», ha detto Andrea Riccardi, fondatore della comunità di Sant’Egidio, «intuisco tutto il rispetto, direi quasi la venerazione del nostro presidente nei confronti della figura di Paolo VI».
Fin dalla nascita dell’Istituto montiniano si pensò a un premio nel nome del pontefice bresciano. In ossequio alla memoria di Paolo VI, che sentì profondamente le inquietudini e le speranze dell’uomo, sforzandosi di conoscerne e di comprenderne le esperienze per ricondurle al confronto illuminante e risolutore con il messaggio cristiano, il premio intende fondere in unità le dimensioni religiosa e culturale. La prima attribuzione del premio, nel 1984, andò al teologo svizzero Hans Urs von Balthasar, a consegnarlo fu Giovanni Paolo II durante un’udienza speciale in Vaticano il 23 giugno dello stesso anno.
«Nel campo della politica non era mai stato assegnato - sottolinea il cardinale Giovanni Battista Re, Decano del Collegio cardinalizio -, ecco che il consiglio dell’Istituto Paolo VI ha deciso di assegnarlo al presidente Mattarella».
Il porporato bresciano tratteggia così il profilo del Capo dello Stato: «Mattarella è un buon cattolico, una persona molto seria, onesta che sente profondamente le responsabilità che ha sulle spalle. Una persona dedita al bene comune, lo abbiamo visto tutti in questi anni, del resto è stato riconfermato nel secondo mandato proprio in virtù di tutto questo». Anche il cardinale Re sottolinea come il presidente Mattarella rappresenti al meglio «la grande tradizione dei politici cattolici italiani».
Legame
Il capo dello Stato più volte ha ribadito il suo legame con papa Montini, lo ha fatto anche fisicamente nel settembre 2016; a Brescia per ricordare Mino Martinazzoli, era poi voluto andare a Concesio per visitare l’Istituto Paolo VI e la casa natale di Giovanni Battista Montini.
Non poteva essere altrimenti, Montini il capo dello Stato lo ha conosciuto e frequentato fin dalla sua infanzia. Negli anni dell’immediato dopoguerra e della ricostruzione, l’allora Sostituto di Segreteria di Stato era, infatti, di casa nella famiglia di Mattarella che si era trasferita a Roma dalla Sicilia per gli incarichi parlamentari e governativi del padre Bernardo, un giurista antifascista palermitano, amico stretto di Alcide De Gasperi e di Aldo Moro, che con lui erano stati i fondatori della Democrazia cristiana. Nella capitale i fratelli Piersanti e Sergio giocavano con i figli di De Gasperi e con quelli di Moro, e qualche volta il padre invitava a cena quel monsignore bresciano che sarebbe stato destinato poi a «fare carriera» prima a Milano come arcivescovo e cardinale della più grande diocesi al mondo, e quindi di nuovo a Roma come Pontefice. Ed è in questo contesto che matura nel Mattarella giovane l’idea della politica come servizio al bene comune - come «forma della carità cristiana» l’avrebbe definita Paolo VI.
Impegno
La passione per la politica di Giovanni Battista Montini è nata in famiglia, dall’esempio e dal confronto con papà Giorgio.
Paolo VI richiama sempre il carattere concreto dell’azione politica, che non può limitarsi all’astratta affermazione di principi e, tanto meno, alla loro declamazione retorica, ma deve essere accompagnata da un’assunzione di responsabilità e dall’impegno operativo.
«Non basta ricordare i principi, affermare le intenzioni, sottolineare le stridenti ingiustizie e proferire denunce profetiche - disse Paolo VI -: queste parole non avranno peso reale se non sono accompagnate in ciascuno da una presa di coscienza più viva della propria responsabilità e da un’azione effettiva».
Parole che sono state incarnate ogni giorno, e continuano a esserlo, dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Su Tv2000 la consegna in diretta
La consegna del premio Paolo VI al presidente Sergio Mattarella sarà trasmessa in diretta televisiva da Tv2000. Dalle 11.30 di oggi, dalla sala Clementina del Palazzo apostolico, inizierà infatti la diretta tv dedicata all’udienza di papa Francesco in occasione della quale avverrà la consegna del premio Paolo VI al Capo dello Stato Sergio Mattarella.
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