Premio Bulloni: Nicla Bonardi, oltre la malattia
«La medaglia d’oro? Una cosa in più. Ma continuerò a fare ciò che faccio». Esprime gratitudine, Nicla Bonardi. Ma al contempo accoglie con autentica modestia la novità. Eppure la sua è una storia eccezionale. Nella quale generosità e impegno sono divenuti la reazione a una malattia che fin dall’infanzia l’ha segnata: la fibrosi cistica.
La patologia genetica che colpisce anzitutto le vie respiratorie non ha fermato Nicla: ha superato ricoveri e cure, senza rinunciare a studi e sport. La svolta nella sua vita arriva quando ha solo 22 anni. I polmoni non reggono più e dopo un lungo periodo in respirazione extracorporea, ecco il trapianto. Inizia così la seconda vita di Nicla, oggi 34enne, una vita pressoché normale. Eppure speciale per lo slancio con cui si adopera, affinché chi si trova ad affrontare quella malattia che l’ha segnata non si senta solo e abbia più strumenti per affrontarla.
Lo fa come volontaria della Fondazione per la ricerca sulla fibrosi cistica, ma anche in seno all’Aido provinciale: è testimonianza vivente, infatti di come la donazione degli organi possa salvare. Il suo coraggio e la sua voglia di vivere sono stati coronati quest’anno anche dall’arrivo della piccola Maria Yoko, simbolo vivo del dono che impronta la sua esistenza.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato