Premio Bulloni, ecco chi sono i campioni della generosità 2022
Torna anche quest'anno il Premio Bulloni, riconoscimento alla bontà che dal 1953 il Comune di Brescia assegna, intitolato all’avvocato che fu prefetto della città subito dopo la Liberazione, e poi deputato della Costituente.
Il Premio Bulloni 2022 è stato assegnato a Gabriella Feraboli, operatrice sociale il cui impegno spontaneo ha preso il via nel cuore del Carmine segnato dall'eroina degli Anni '70. Da allora, con la sua dedizione ha dato vita a progetti di assistenza a chi vive nelle dipendenze come a chi è recluso, iniziative che hanno fatto scuola: su tutti il Progetto Strada, tuttora in essere a quasi trent'anni dalla sua istituzione.
Il Premio Bulloni le sarà consegnato domani, venerdì 16 dicembre, nel corso della cerimonia che si svolgerà alle 17.30 al Teatro Sociale. Contestualmente, verranno assegnati anche altri otto premi alla bontà, un Grosso d’oro (antica moneta comunale) e quattro medaglie d’oro, segno di gratitudine ad altrettanti cittadini. Le storie delle realtà e dei benefattori ai quali sono stati tributati sono proposte in dettaglio più sotto (con i link alle relative schede).
Per partecipare alla cerimonia è necessario prenotare tramite la form online, accessibile all'indirizzo www.bit.ly/PremioBulloni2022.
L’evento sarà trasmesso anche in diretta su Teletutto e in streaming qui sul sito del nostro quotidiano, sempre a partire dalle 17.30 di domani, venerdì 16 dicembre.
Premio Bulloni: Gabriella Feraboli
Premio Ordine degli Avvocati: Arianna Martini
Premio Confindustria Brescia: Associazione Pro Loco Mompiano
Premio Ranzanici: Associazione City Angels
Premio Gnutti: Diavoli Rossi - 6° Stormo
Premio Cuore Amico: Enrica Danesi
Premio Beretta: Scuola Audiofonetica
Premio Collegio Notarile Brescia: Associazione Compagnia Lyria
Premio Rotary Brescia Nord: Maria Cucchi
Grosso d'Oro: Frate Giovanni Farimbella
Medaglia d'Oro: Anps - Associazione Nazionale Polizia di Stato
Medaglia d'Oro: don Fabio Corazzina
Medaglia d'Oro: Nicla Bonardi
Medaglia d'Oro: Mariano Repetto e Gabriel Tamburri
Storie diverse
Cosa lega una donna che ha scelto di stravolgere la propria vita per assistere chi per strada moriva un grammo al giorno di eroina e disperazione e due rugbisti argentini che hanno usato la palla ovale e l’empatia per superare le barriere della disabilità?
In quale mosaico imperscrutabile si compongono le immagini di militari dall’animoso nome di Diavoli Rossi, che tuttavia accolgono bimbi alle prese con la battaglia più dura, e la tonaca francescana di un religioso che ha affrontato la pandemia tra corsie gremite di pazienti e schiere di bare in un ospedale sotto assedio? E ancora, cosa può unire chi si inventa una scuola di sartoria aggrappata al cielo che sovrasta le Ande e una istituzione che da quasi 170 anni dà prospettive a chi affronta la vita nel silenzio della sordità? E quali fili invisibili tengono l’agire di un prete di periferia che predica e vive la pace e quello di una ragazza che ha scalato montagne di sofferenza per non rinunciare a vivere, facendosi poi portavoce di chi condivide la malattia che è stata sua?
La speranza e il coraggio
Potremmo proseguire. Perché quelle che troverete raccolte più sopra sono le storie di poliziotti solidali e danzatrici dell’inclusione, volontarie quasi secolari e angeli della strada, donne che guardano in faccia gli orrori della guerra scrutando gli occhi dei bambini e costruttori di reti sociali. A unire il passo di questa piccola folla capace di una bontà immensa sono il coraggio e la speranza.
Il coraggio di affrontare sfide che paiono fuori portata, di andare oltre la logica di quel che conviene ed è più comodo, di scegliere la via impervia puntando una meta che altri neppure intravedono. E la speranza, di cui con la loro generosità si fanno portatori, rendendo le vite di molti migliori. A partire dalle nostre. Poco o tanto che sia, non conta. Il loro esempio è la lezione che il Premio Bulloni anche quest’anno ci affida, con la prova tangibile che non ci sono crisi energetiche, pandemie o fluttuazioni della storia capaci di fiaccare lo spirito solidale che da sempre permea la brescianità, in ottima salute se i premiati ne sono specchio. E la pluralità di intenti, visioni, slanci, che questa folla di virtuosi esprime, è confortante in un tempo in cui la diversità è spesso terreno fertile per conflitti e divisioni.
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Brescia la forte, Brescia la ferrea: volti, persone e storie nella Leonessa d’Italia.
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