Premio Bulloni e riconoscimento al 6° Stormo: la polemica spicca il volo

In una lettera don Fabio Corazzina attacca la decisione di premiare i militari: «Così non si educa ad amare la pace»
Il colonnello Giacomo Lacaita, comandante del 6° Stormo, e don Fabio Corazzina al Premio Bulloni 2022 - Foto Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
Il colonnello Giacomo Lacaita, comandante del 6° Stormo, e don Fabio Corazzina al Premio Bulloni 2022 - Foto Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
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Con il riconoscimento al Sesto Stormo spicca il volo anche la polemica. Non dalla sala del Teatro Sociale in cui si è svolta la cerimonia di consegna del Premio Bulloni 2022 e di tutti i premi alla generosità ad esso legati, bensì dalle pagine social che rilanciano una lettera di don Fabio Corazzina, a sua volta premiato.

Il sacerdote, che non manca di esprimere la sua gratitudine, si rivolge ad amici, amministratori e cittadini per esprimere anche «rammarico per la scelta della Fondazione Gnutti di premiare, al posto di virtuosi imprenditori del nostro territorio, il 6° Stormo Diavoli Rossi di Ghedi. Non certo per la solidarietà intelligente di ogni persona che lo compone e di cui non dubito, ma per ciò che rappresenta oggi: la possibilità di essere attori, da Brescia, di una nuova guerra nucleare nei giorni in cui un conflitto nel cuore dell’Europa l’ha vergognosamente sdoganata e di fronte alla scelta di investire miliardi sui nuovi caccia F35 capaci di trasportare e sganciare sulle città le nuove bombe atomiche B61-12».

Don Corazzina si richiama pure a Paolo VI, che «il 1° gennaio ’68 dà il via alle giornate mondiali per la pace e accoglie la scelta di Giovanni XXIII e del Concilio Vaticano II di approfondire il magistero sociale della Chiesa su pace, giustizia e salvaguardia del creato». Va precisato tuttavia che il premio assegnato al 6° Stormo vuole rendere omaggio a una grande manifestazione di solidarietà.

«L’aerobase dei Diavoli Rossi - è stato detto dal palco - non è solo un presidio aviatorio, ma sa tramutarsi in luogo in cui accogliere più volte l’anno i giovanissimi pazienti dell’Oncoematologia pediatrica dell’Ospedale Civile. Tramite gli aerei e l’idea stessa del volo, il personale militare offre un’occasione concreta di svago, regalando ai piccoli ospiti un’esperienza indimenticabile, capace di lenire un poco le sofferenze». Non solo: «Lo slancio solidale del personale si è tradotto quest’anno anche in una raccolta fondi destinata all’Ail, a sostegno della realizzazione di una stanza nel nuovo reparto dell’Ematologia Adulti del Civile».

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