Premio Bulloni 2023, Rolando Bennati custode del territorio

Fondatore del Gruppo Val Carobbio, è pioniere della Protezione civile e degli studi naturalistici. A lui va il Grosso d’oro
A Rolando Bennati va il Grosso d'oro - Foto Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
A Rolando Bennati va il Grosso d'oro - Foto Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
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Occuparsi del territorio ha due facce e le incarna perfettamente Rolando Bennati. La prima è concreta, anzi concretissima, e prevede di sporcarsi le mani sul campo: parliamo di Protezione civile. La seconda è parimenti concreta, ma ha a che fare con lo studio e la scienza. Sicurezza e conoscenza del territorio valgono a Bennati il «Grosso d’oro»: «Da solo - dice lui - non avrei fatto niente». Lo dice al termine di una lunga chiacchierata durante la quale ha raccontato degli inizi, di come «oggi si parla tanto di ambiente e di volontariato, ma da un sacco di tempo ci sono persone che si spendono su questi fronti».

Come lui e come il gruppo di amici con cui ha costituito nel 1968 il Gruppo Val Carobbio, che a sua volta ha dato vita nel 1977 al Gruppo di Protezione civile di Brescia: «Ho cominciato negli anni Sessanta a svuotare cantine - racconta -, ai miei familiari e ai vicini di casa. Poi sono iniziati gli incendi boschivi ed è diventato un impegno serio. Negli anni abbiamo operato ovunque: siamo stati in Sicilia, in Sardegna, in Liguria, certo nella nostra regione. Eravamo a Salò, per il terremoto. Le abbiamo viste praticamente tutte. E abbiamo agito anche in termini di prevenzione: il rimboschimento della Val Carobbio, per esempio».

Per anni Bennati è stato presidente e infaticabile animatore del Gruppo Val Carobbio, assicurandone la crescita e il consolidamento: un signore decisamente operativo, di quelli da prima linea più che da prima fila. Viene definito «pioniere della Protezione civile e negli studi naturalistici bresciani»: il suo impegno, infatti, è anche nella ricerca scientifica, l’altra faccia dell’«occuparsi del territorio». Il suo campo di interesse è vastissimo: appassionato di fotografia, profondo conoscitore della flora e della fauna bresciane, in particolare di rettili e anfibi, recentemente ha condotto con altri naturalisti uno studio fondamentale sulla Val Carobbio, confluito nella rivista «Natura Bresciana» del Museo di scienze naturali di Brescia.

All’attivo vanta una lunga serie di pubblicazioni e l’ultima è stata presentata proprio qualche giorno fa: «Un nuovo lavoro sulla Val Carobbio - spiega - e in particolare sulla rete di anfibi della zona». È contento del premio che gli è stato riconosciuto per il suo impegno nella ricerca e nella Protezione civile. Un premio per «un impegno lunghissimo, prezioso, disinteressato verso la sicurezza del nostro territorio e alla sua conoscenza», si legge tra le note che lo accompagnano». Un premio, però, «che voglio condividere con chi mi ha accompagnato in tutte le attività di questi anni - sottolinea Bennati -, non sono mai stato da solo».

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