Premio Bulloni 2023, Richard Fabian Schumacher angelo dei bimbi malati
Richard Fabian Schumacher ritirerà la Medaglia d’Oro e l’appunterà «al petto» dell’Ospedale dei Bambini e di Medicus Mundi: «Il premio - spiega - è per loro. Lo considero come un riconoscimento per tutto l’ospedale, da chi al mattino mi alza la sbarra per entrare a chi mi saluta la sera, dal personale ai volontari, ai nostri piccoli pazienti. E per l’organizzazione di Medicus Mundi, con cui collaboro da oltre vent’anni».
Medico da quasi quarant’anni, a Brescia dal 1996, Schumacher è considerato «l’angelo consolatore del reparto di Oncologia pediatrica»: così è vergato nella nota che lo presenta quale Medaglia d’Oro 2023 al Premio Bulloni. Pediatra, dirigente medico di I livello all’Ospedale Civile, le segnalazioni giunte alla commissione del Premio, firmate dai genitori dei suoi piccoli pazienti, sono commoventi: «Sottolineano l’infinita umanità con cui il dottor Schumacher spiega ai bambini quello che stanno affrontando e conforta i loro familiari in queste difficilissime prove, alimentando la speranza e infondendo forza anche nei momenti più dolorosi».
Lui racconta della sua professione al plurale. Ne fa una questione di squadra e di relazioni: «Quando si parla di oncologia pediatrica - spiega -, si parla di piccoli pazienti ed è questo un tema che spesso viene affrontato con grande tristezza e disperazione. Per fortuna, però, le possibilità di guarigione dei bambini negli anni sono aumentate di molto e noi cerchiamo in questo di dare il nostro contributo». Il medico, poi, rileva un grande «plus» dei piccoli pazienti: «Rispetto agli adulti, i bambini non si fasciano la testa: la natura dà loro una forza che forse noi adulti non abbiamo più in quella maniera, che abbiamo perso crescendo».
L’Ospedale dei Bambini è la «casa» di Schumacher. Il suo tempo libero, le sue ferie le trascorre in Africa. Da molti anni infatti collabora con un ospedale dei padri Camilliani in Burkina Faso e, attraverso la Ong bresciana Medicus Mundi, con l’ospedale Kiremba in Burundi. I viaggi che ha compiuto verso quelle terre così bisognose non li ha mai contati: «Forse - dice -, in oltre vent’anni di collaborazione saranno stati più di cinquanta».In questo modo prosegue e termina la biografia con cui Schumacher viene presentato alla Medaglia d’Oro: «È un grande professionista nella battaglia contro il male fisico, una presenza preziosa per superare i momenti di sconforto, un aiuto insostituibile per ritrovare la forza di combattere». Lui, però, sente di essere solo «il volto di azioni che sono il frutto di sistemi più importanti di me: l’Ospedale dei Bambini e Medicus Mundi. La Medaglia d’Oro è per loro».
@I bresciani siamo noi
Brescia la forte, Brescia la ferrea: volti, persone e storie nella Leonessa d’Italia.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato